Edoardo Leo è Il Clandestino, tra sensi di colpa, rimorsi ed empatia. Videointerviste a regista e cast

di Patrizia Simonetti

Edoardo Leo festeggia trent’anni di carriera e lo fa come tutto è cominciato, e cioè con una serie Rai. Si intitola Il Clandestino, è diretta da Rolando Ravello, scritta da Renato Sannio, Ugo Ripamonti e Michele Pellegrini e andrà in onda per 6 serate da lunedì 8 aprile su Rai 1. Naturalmente lui è il protagonista. Il poliziotto l’aveva già fatto, ma questo è decisamente differente e di un altro livello: si chiama Luca Travaglia. E, lo diciamo subito: niente qui è come sembra. 

Luca Travaglia è un ispettore capo dell’Antiterrorismo, è bravo nel suo lavoro, ma anche i bravi commettono errori. Non riesce infatti a sventare un attentato in un’ambasciata a Roma, un’esplosione violenta in cui la sua amata Khadija muore e un suo collega e amico Sergio Bonetti perde l’uso delle gambe. Ma il peggio, se il peggio è possibile, è che a provocare quell’esplosione sarebbe stata proprio la sua donna.

Devastato dal senso di colpa, lascia la polizia e la Capitale per trasferirsi a Milano, affogando dolore e rimorso nell’alcol e lasciandosi straziare dai dubbi: davvero Khadija ha finto di amarlo per 5 anni per poi farsi esplodere in quell’attentato? A mostrargli, a suo modo, una fievole luce in fondo al tunnel sarà Palitha, un esuberante cinquantenne cingalese che lo convincerà a dar vita, assieme a lui, a un’agenzia investigativa dal nome accattivante quanto rappresentativo della sua situazione: Il Clandestino.

Poi, nella Milano periferica e multietnica, Luca Travaglia incontrerà Carolina: le farà da guardia del corpo senza provare per lei alcuna simpatia, fino a quando non si accorgerà che se lui è rotto, anche lei lo è, pur non dandolo a vedere. E allora il loro rapporto diventerà qualcosa di diverso, utile e salvifico per entrambi. Nel frattempo Travaglia cercherà redenzione aiutando chi ha più bisogno di lui.

Il Clandestino è una serie per lo più nuova: pur riappropriandosi dello stereotipo dell’uomo poliziotto  che non riesce ad accettare un errore e tanto meno la tragedia di cui si sente responsabile, per cui si lascia andare e chiude con il mondo, qui c’è qualcosa di diverso. Travaglia è stato tradito, sì, ma davvero a farlo è stata la sua donna? Amicizia, empatia, solidarietà arrivano spesso da direzioni insolite e inaspettate, piuttosto che da quelle da cui ce le aspettiamo. Edoardo Leo è bravo a fare il duro, ad aggrottare le ciglia e stringere i pugni, ma anche a trasformarsi lentamente in qualcuno che forse sta imparando di nuovo ad aprire il cuore all’altro, accettando la sua vulnerabilità e se stesso.

Al suo fianco Lavinia Longhi (Un medico in famiglia, La porta rossa), nel ruolo di Khadija, Alice Arcuri (Doc, Blanca) in quello di Carolina mentre Isabella Mottinelli (Che Dio ci aiuti, Blanca) è la figlia di lei, Bianca. Hassan Shapi (Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma, Squadra Antimafia, L’Isola di Pietro) è Palitha, Fausto Maria Sciarappa (Sopravvissuti, Noi siamo leggenda, La rosa dell’Istria) è il suo ex collega Claudio, Michele Savoia (Me Contro Te, Ferrari, Imma Tataranni) il suo amico poliziotto De Giglio, Mattia Mele (Rita Levi Montalcini, Il Conte di Montecristo) il collega Sergio Bonetti. Le nostre videointerviste a Edoardo Leo e Rolando Ravello, Lavinia Longhi e Alice Arcuri, Michele Savoia: