Dolceroma, videoincontro con Lorenzo Richelmy, Valentina Bellè, Luca Barbareschi e tutto il cast

di Patrizia Simonetti

Andrea è giovane, ma per come si lascia andare, per com’è disincantato, per come appare rassegnato (appare, attenzione) alla sua vita scialba che trascorre per lo più lavando cadaveri in obitorio, giovane non lo sembra affatto. O forse è proprio perché è giovane, e quindi paradossalmente senza un futuro davanti, che si sente così:  “ad Andrea accade ciò che avviene a quelli della mia generazione, oggetto di uno scontro tra giovane e vecchio, il film è in qualche modo metafora di una generazione” ci dice Lorenzo Richelmy, perfetto nel suo ruolo in Dolceroma, in sala da giovedì 4 aprile con 01, il nuovo lavoro di Fabio Resinaro, per la prima volta da solo e non Fabio&Fabio, più che liberamente ispirato al romanzo Dormiremo da vecchi di Pino Corrias, a raccontare di un mondo del cinema non proprio da sogno e di una città, quella eterna, dolce come il miele in cui fa il bagno Helga, moglie – dichiaratamente per interesse – del produttore cinematografico schizzato Oscar Martello, un Luca Barbareschi più in forma che mai, qui anche produttore di Dolceroma con la sua Casanova Multimedia. Una donna bella e fiera che Claudia Gerini che la interpreta definisce “eccentrica ed abituata ad avere tutto”, che se lo fa da sola quel miele che ti avvolge ma nel quale è facile rimanere invischiati… ma soprattutto a raccontare dei vari e variegati  personaggi che vi si aggirano:  “un affresco di una città che diventa un contenitore metaforico di un dolce veleno che li intrappola in una spirale viziosa – dice Resinaroche è però sempre funzionale alla tensione narrativa e serve per potenziare sia il thriller che la commedia e non ha nessuna intenzione di essere una critica”.

Per quanto strano  Andrea un sogno però ce l’ha: diventare uno scrittore, e un libro lo scrive per davvero, che magari non è un granché ma tanto a Martello basta leggere trenta righe del suo Non finisce qui per farlo diventare un film. Ma per fare un film di successo ci vuole un’attrice che catalizzi l’attenzione e porti la gente in sala, o magari che sia semplicemente l’amante preferita del produttore che le deve più di qualcosa in cambio del suo silenzio, ad esempio, e allora come non ingaggiare Jacaranda Ponti, con la faccia e il resto di Valentina Bellé che la definisce “un personaggio senza speranza”? Che ha pure un’agente tale e quale a Iaia Forte che la convince a fare ciò che forse non avrebbe mai fatto.. E poi non ci vuole forse un regista? Magari fissato con i campi lunghi e totalmente incapace, come solo Luca Vecchi (dei The Pills) poteva fare. Aggiungi poi un distributore inquietante (Armando De Razza), e il film viene fuori un disastro senza precedenti. Ed è allora che la vena diabolica di Andrea prende il sopravvento, perchè Andrea non è ciò che all’inizio potrebbe sembrare, non lo è mai, lui è cinico dentro e aspetta soltanto l’occasione per colpire pur di svoltare la carriera e la vita, anche se con un piano che punta tutto su una produzione ingannevole e fraudolente per la quale qualcuno pagherà per tutti. E ad indagare sul misfatto è l’ispettore Raul Ventura, “sempre stanco e con la pancia che forse ha un passato da alcolista” ci dice Francesco Montanari, nulla a che vedere con il suo “cacciatore”.  E non mancano strani camorristi capitanati da Libero De Rienzo, cominciate a rendervi conto?

Dolceroma è un film strano, incatalogabile, un po’ thriller, un po’ commedia, un po’ azione, a tratti sembra persino un fantasy, con la Gerini nuda e ricoperta di miele e le ali dipinte sul fondo che si appaiano alle spalle, a darle magia.  Un film “folle”, come lo definisce Valentina Bellè, tra duelli con le spade giapponesi in un inferno di fuoco, alle confessioni di un’attrice triste e impaurita tra le lenzuola, da una vasca colma di Dolceroma a una Praga romantica che non salva nessuno. Un fumettone, o anche un videogioco dove sopravvive solo chi passa indenne il turno, un noir, un film grottesco, e al tempo stesso a tratti divertente e liberatorio: se il sistema non ci vuole, si hackera. Non sono forse questi i tempi dell’indefinibile e della realtà virtuale? Il nostro videoincontro con Lorenzo Richelmy, Valentina Bellè, Claudia Gerini, Luca Barbareschi, Francesco Montanari, Luca Vecchi (incontro interrotto anche dall’incursione de Le Iene con il video che potete vedere qui):