Derthona on tour è l’evento di degustazione cui abbiamo partecipato con grande piacere ieri a Roma, nelle sale del Garum Museo della Cucina, tutto dedicato al vino tortonese, bianco, di grande struttura, minerale e longevo, con una storia di rinascita alle spalle e un bel futuro davanti.
Pensiamo per una volta ai confini non come linee di separazione, ma di contatto e di incontro. Non è facile in questo nostro tempo, ma la natura è una grande maestra. Perché in natura, quando uno o più territori si toccano e condividono spazi, nasce qualcosa di diverso che si arricchisce e si rinnova, diventando migliore. I Colli Tortonesi, per esempio, invadono pacificamente un’area che sta tra Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia, adagiandosi lungo 46 comuni della provincia di Alessandria, e vantano un’armonia perfetta tra suoli, climi e paesaggi differenti, e una tradizione agricola antica e importante che spicca in una viticoltura ricca e varia, arricchita da influssi padani e appenninici.
Terra di Barbera e Dolcetto, questo territorio vanta una sottozona particolare, presentata ufficialmente nel 2020 come Derthona, antico nome romano della città di Tortona, scelto per sottolineare e rafforzare il legame tra il territorio e il Timorasso, vitigno autoctono rinato dopo anni di abbandono e ad oggi considerato simbolo, appunto, della rinascita dei Colli Tortonesi. E a promuovere, tutelarne e rilanciarne la produzione valorizzandone la terra di origine, è il Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi promotore dell’evento.
18 i produttori presenti all’evento targato Vinòforum: Azienda Agricola Boveri Luigi, Azienda Agricola Mombisaggio, Cantine Volpi, Cascina Gentile, Cascina Giambolino, Claudio Mariotto, Davico Stefano, Ezio Poggio Winery, Giacomo Borgogno e Figli, La Colombera, La Stellara, Sassaia, Tenuta della Cascinassa, Terre di Sarizzola, Vigneti Giacomo Boveri, Vigneti Letizia, Vigneti Massa, Vigneti Repetto.
La prima impressione girando tra i banchi di degustazione, è stata quella di trovarsi di fronte a persone desiderose di raccontare la terra cui sono grate, il rispetto per il proprio lavoro e per il vino prodotto, spaziando anche tra aneddoti e ricordi. Colpiti, ad esempio, dalle etichette dei vini de La Stellara di Volpedo – di cui abbiamo degustato l’ottimo Colli Tortonesi Bianco Doc Derthona 2024 anche nelle due varianti Piccolo (il mio preferito) e Surge – abbiamo incontrato Simona che, qualche anno fa, dal mondo della finanza si è catapultata in quello del vino, studiando e impegnandosi, diventando sommelier, portando il Timorasso come tesi per il Master.
Infine ha acquistato con il marito Lorenzo la storica azienda agricola sui colli di Volpedo dove hanno creato il loro vigneto e la loro cantina. Simona ci ha raccontato anche come Giuseppe Pellizza da Volpedo, autore del celebre dipinto ll quarto Stato, nel 1893 dipinse anche, in una sua bozza, un vigneto della loro Cascina che menziona come Cascina La Stallera 1893: quella bozza d’autore è ora sull’etichetta del loro vino buonissimo, fresco, sapido, dall’aroma di agrumi e frutti gialli.
Simona, come anche altri espositori di Derthona on tour, ama e utilizza il tappo a vite di cui ha fatto la sua filosofia, meno poetico, forse, del sughero che tiri fuori a forza dal collo della bottiglia, ma pare che l’alluminio conservi meglio aroma e sapore del vino nel tempo. Un invito, per noi, a non banalizzare e a non giudicare un buon prodotto dal cappello che porta.
Ci siamo quindi divertiti a compiere un monogiro sullo stesso vino cercando di percepirne le diverse sfumature di cantina in cantina, intento rivelatosi più complicato del previsto soprattutto andando avanti negli assaggi e non potendo peraltro vantare un titolo da esperta, ma di certo, senza nulla togliere agli altri, ho trovato ottimo anche il Colli Tortonesi DOC Timorasso Derthona 2023 di Sassaia che ci ha intrigato con un maggior aroma di macerato;
il Colli Tortonesi DOC Derthona 2023 della Tenuta della Cascinassa dall’acidità equilibrata e il colore limpido; il Colli Tortonesi DOC Timorasso Derthona 2017 di Terre di Sarizzola, vino biologico dal colore e dal sapore più inteso, forse dovuto all’età; e il Colli Tortonesi DOC Timorasso Derthona Stappasogni 2023. Un bel viaggio conclusosi con la promessa di scoprire dal vivo i Colli Tortonesi e le loro cantine.

