“Gli alberghi mi hanno sempre affascinato, noi dello spettacolo viviamo negli alberghi e io adoro farlo anche se disabitati, perché contengono molte vite…” Parola di Luca Lionello, o forse di Thomas, il personaggio da lui interpretato in Curon, la nuova serie originale Netflix diretta da Fabio Mollo e Lyda Patitucci che sta facendo faville. Grazie sicuramente al cast (qui la nostra videointervista a Juju Di Domenico e Giulio Brizzi che interpretano Micki e Giulio) e anche alla sua suggestiva e un po’ inquietante location, il paese sommerso dalle acque del lago nel 1950, Curon appunto, in Alto Adige, dove chi al tempo si è schierato per la costruzione della diga e quindi per l’inondazione di case, stalle e chiesa, è ancora odiato da chi sin da allora si sente orfano, sradicato e solo. “Curon è un luogo non luogo, Curon in realtà non esiste” ci dice ancora Luca Lionello che della serie è il conoscitore di ogni mistero: Thomas è infatti l’uomo che tutto sa, un uomo di poche parole, unico inquilino del suo grande albergo, a parte un lupo selvaggio che ha catturato e che vuole addomesticare. Un po’ come forse si sforza di tenere a bada la parte oscura di sé, quella che tutti abbiamo e che a volte non riusciamo più a contenere. E allora succedono cose. Il ritorno di sua figlia Anna (Valeria Bilello) che lui stesso aveva mandato via 17 anni prima, che non torna sola ma con due gemelli adolescenti (Daria e Mauro interpretati da Margherita Morchio e Federio Russo), gli scatena una paura ferma e sordida che a figlia e nipoti fa dire parole come “voi qui non potete restare”. Ma forse paura non è il termine giusto: “il mio personaggio vive degli altri personaggi, al di là delle stanze vuote del mio albergo, che poi si capirà che qualcuna è piena, eccome… – ci racconta Luca Lionello nella nostra videointervista – è un uomo che ne ha viste e passate di tutti i colori e quindi il colore della paura non lo spaventa affatto, lo preoccupa soltanto e si fida del suo istinto”. Non è cattivo Thomas, come forse a prima vista potrebbe sembrare, burbero e solitario com’è, anche se poi “il cinema è fatto dai cattivi, i buoni sono troppo prevedibili” chiosa Lionello che a Curon si è sentito davvero a casa, del resto la montagna è molto meglio del mare, ci rivela. Ecco allora la nostra videointervista a Luca Lionello:
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