Croce e delizia: videointerviste a Gassmann, Trinca, Bentivoglio e Scicchitano

di Patrizia Simonetti

Ci si può innamorare a qualunque età, anche intorno ai cinquant’anni, e pure dopo. E ci si può innamorare anche di una persona dello stesso sesso, nonostante non sia mai accaduto prima. Ed è ciò che succede in Croce e delizia, opera seconda di Simone Godano già regista di Moglie e marito, in sala da giovedì 28 febbraio, a Carlo e Tony, così diversi tra loro almeno quanto lo sono i loro mondi: il primo, Carlo, fa il pescivendolo ed è un uomo semplice, schietto, onesto, buono e diretto, è vedovo e ha educato e educa i suoi due figli, Sandro, a sua volta sposato con Carolina, e il piccolo Diego, in modo semplice e tradizionale; il secondo, Tony, è elegante e sofisticato, narcisista, aperto ad ogni novità la vita gli offra e con le sue figlie, di madri differenti, non è mai stato molto presente, soprattutto con Penelope. Ecco, sono proprio Penelope, interpretata da Jasmine Trinca, e Sandro, ruolo affidato a Filippo Scicchitano che torna biondissimo sul grande schermo a due anni da Non è un paese per giovani di Veronesi, ad allearsi, o quasi, per far saltare il matrimonio tra i loro padri. Già perché a Carlo e Tony, incarnati alla perfezione da Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio, non basta essersi trovati, si vogliono proprio sposare, con l’unione civile naturalmente, e andare a vivere sotto lo stesso tetto, magari quello di Tony che è al centro di Roma. Perchè l’amore non ha età né genere, e si può raccontare anche con la leggerezza e l’onestà di un film come questo.

Croce e delizia non è solo la vita, oltre ad essere il titolo del film, croce e delizia è in particolare Tony, più delizia forse per Carlo, più croce invece per Penelope, che ha più di un nodo da sciogliere nel suo rapporto con il padre nei confronti del quale, dopo anni di abbandono, subentra uno strisciante senso di gelosia. Per Sandro invece è tutto più semplice e forse per questo più complicato e doloroso: lui non lo capisce proprio come abbia fatto suo padre a innamorarsi di un uomo, si sforza, si arrabbia, ma proprio non ci arriva… Tante le tematiche di Croce e delizia, film ricco dunque di spunti e sfaccettature, che parla di sentimenti e di accettazione, quella nei confronti degli altri così come sono, per puro amore e senso di libertà, e dei rapporti tra genitori e figli: “mi è piaciuto partire dall’innesco che è questa relazione tra due due nonni, due persone che hanno costruito una famiglia – ci racconta il regista Simone Godano nella nostra videointervista che trovate QUIe poi si ritrovano a quasi sessant’anni innamorati l’uno dell’altro, per poi raccontare i sentimenti che si creano all’interno di queste due famiglie, non così diverse come sembra. La frase del film che amo di più è quella in cui Tony dice alla figlia: ‘lasciati sorprendere ogni tanto dalla vita’…

Quella che invece è piaciuta di più a noi è quella pronunciata dal piccolo Diego: Carlo è così preoccupato di come un bambino, il suo, possa reagire alla notizia che il padre sposi un altro uomo, vista anche la reazione del figlio maggiore, che ci mette un po’ a sorridere quando il ragazzino gli dice semplicemente che “Tony è un tajo, e poi se piace a te…” ed è questo il succo di tutto. Si ride, ci si commuove, si passa da scene esilaranti come quella di Sandro – Scicchitano che vuole pestare in bagno l’uomo che ci sta provando col padre, o quella del ballo tra  Carlo – Gassmann e Tony – Bentivoglio, a passi quasi strazianti come quello dell’attacco di panico di Penelope assistita da un amorevole quanto paterno Carlo – Gassmann nello spazio ristretto e soffocante di un’auto. E si ammira il panorama dalla meravigliosa villa in pietra di Gaeta, sul litorale laziale di Latina, la “location perfetta” dice Godano dove tutto si svolge e si consuma, un luogo che diventa qui un posto senza spazio e senza tempo, e pure senza bagno… Nel cast anche Lunetta Savino, Anna Galiena, Rosa Diletta Rossi e Clara Ponsot. Ecco le nostre videointerviste ad Alessandro Gassmann, Fabrizio Bentivoglio, Jasmine Trinca e Filippo Scicchitano: