Cristiana Capotondi della diva ha ben poco, non si trucca troppo né porta abiti eccentrici, risponde sempre con garbo e nonostante sia sotto i riflettori sin da bambina, tra giornalisti e fotografi assume sempre un’aria un po’ spaesata. Sul set invece è sicura e determinata, anche quando le fanno fare la mamma e lei di figli non ne ha o quando finisce sotto i ponti. Come in Una casa nel cuore che la vede protagonista accanto a Giorgio Colangeli, Ninetto Davoli e la piccola Aurora Giovinazzo, film TV prodotto da Rai Fiction e Red Film, diretto da Andrea Porporati e tratto dal libro Condominio Occidentale di Paola Musa, che vedremo in prima serata lunedì 6 aprile, giorno di Pasquetta e che tocca un tema importante e delicato, quello dei senza tetto e di come ci sono diventati.
Cristiana, ancora una volta nel ruolo di una mamma…
Infatti, avevo già fatto diverse mamme e anche una mamma imperiale perché anche la principessa Sissi che ho interpretato nel 2010 aveva dei figli, ma Anna è sicuramente una mamma al centro di una vicenda molto particolare perché rischia di perdere sua figlia per via della crisi e delle difficoltà economiche in cui si trova quando una mattina suo marito scompare. Era lui che si occupava della famiglia e grazie a lui Anna ha una bella casa e sua figlia Aurora di 12 anni frequenta una scuola privata, una condizione di benessere che per lei è la normalità e che poi tenterà di riconquistare. Per me è stato interessante riuscire a portare leggerezza all’interno di questa storia, perché la drammaticità è già data dagli eventi.
Avevi letto il libro Condominio Occidentale di Paola Musa da cui è stato tratto il film?
Sì, mi è piaciuto molto e ho trovato che fosse davvero interessante raccontare da un punto di vista femminile l’impatto che la crisi economica e l’impossibilità di mantenimento di una famiglia possano avere su una donna. Lo trovo positivamente e socialmente provocatorio raccontare il punto di vista femminile su ciò che sta accadendo nel nostro paese.
Cosa pensi del fatto che il film vada in onda il giorno di Pasquetta?
Ne sono particolarmente felice perché il concetto di resurrezione gli appartiene. Una casa nel cuore è la storia di una donna che deve crescere, maturare e diventare capace anche di provvedere a sua figlia, quindi in fondo è la storia di una rinascita e di riconquista di se stessa. Anna va a vivere in una sorta di comunità fatta di persone disagiate come lei e che come lei cercano di ritrovare un’identità sociale, ma in realtà è una famiglia allargata ed è anche uno degli elementi di maggior orgoglio che ho rispetto agli italiani, la capacità di fare gruppo e di aiutarsi. L’umanità che porta questo film è per me un valore molto positivo. In tutte le scelte che facciamo possiamo affermare la nostra identità oppure cambiarla, tutto sta nel modo di affrontare ciò che ci accade nella vita. Per questo il film è interessante e tutti possono rivederci il proprio reinventarsi di ogni giorno.
Non è il primo film che fai che tratta temi sociali, credi sia importante che la TV parli di certi argomenti anche con la fiction?
Trovo interessante che la televisione si occupi dell’attualità per essere più vicina alle persone e anche per poter poi dare un proprio punto di vista, parliamo sempre di Rai e quindi di servizio pubblico per cui è anche una fonte di informazione, e dall’altro lato rispecchi quella che è la vita delle persone. Questa è una storia ahimè possibile, a qualcuno è accaduto veramente, e secondo me è importante che si faccia luce su realtà che altrimenti, magari vivendo nei quartieri migliori della città, non si riesce a percepire come possibile.
Ma tu non ci pensi a diventare mamma per davvero?
Al momento no, ma se guardo Aurora, allora ci penso, ma mia figlia dovrebbe venir fuori proprio come lei. Anche questa volta in realtà mi sono chiesta come avrei potuto affrontare di nuovo il ruolo di una mamma senza esserlo, e lei mi ha aiutato tantissimo perché oltre ad essere bravissima come interprete, è anche riuscita a tirar fuori da me una tenerezza che poi mi sono portata dietro. Se dovessi immaginare di avere una figlia, la immaginerei proprio come lei.
Da romana trasferitasi a Milano, dopo questo film che scopre una Roma forse non troppo conosciuta, non ti manca di più la tua città?
Io sono innamorata di questa città ed è anche grazie al cinema che faccio da quando sono bambina che già conosco dei posti che molti altri romani non conoscono, e pure questo film mi ha dato l’opportunità di scoprirne di nuovi e io sono sempre felice quando ne scopro un altro pezzettino. La città non mi può mancare perché la frequento molto spesso. So che tra molti romani si usa il detto: “la cosa più bella di Milano è il treno che ti riporta a Roma”, ma per me non è così. Io sono molto contenta intanto perché Milano è a due passi ed è piena di romani che ci vivono per cui non mi sento una minoranza etnica ma molto rappresentata, e poi perché l’Italia è tutta bella.
Presto tornerai al cinema…
Sì, sto girando il film di Kim Rossi Stuart, ma non posso dirti ancora nulla, tranne che ho il ruolo femminile… anche se prima o poi mi piacerebbe interpretare un uomo.