Climbing Iran, la storia della prima scalatrice iraniana raccontata da Francesca Borghetti: videointervista

di Patrizia Simonetti

Nasim è nata in Iran. Da piccola si divertiva di più con i giochi movimentati dei ragazzini piuttosto che con quelli calmi e tranquilli delle sue coetanee, per questo avrebbe voluto nascere maschio, anche perché voleva essere forte. Poi ha capito che poteva esserlo anche come donna. Lo sport è sempre stato per lei uno sfogo: ha cominciato con le arti marziali, con il kickboxing e poi nel 2005, a 23 anni, è arrivata al climbing, l’arrampicata, dove può indossare il berretto invece del velo, che nel suo paese devono portare tutte le bambine dai 9 anni in su, e sentirsi libera. Però lo smalto rosa sulle unghie lo mette sempre, anche se poi durante le scalate si rovina un po’, perché ha sempre creduto nel potere del colore e, soprattutto, nel potere del rosa… Climbing Iran è il documentario, presentato in anteprima mondiale in selezione ufficiale e fuori concorso ad Alice Nella Città, che Francesca Borghetti ha voluto girare su di lei, Nasim Eshqi, che oggi ha 38 anni ed è una campionessa di free climbing, prima donna a praticarlo in Iran: ha aperto 70 nuove vie su roccia in tutto il mondo. Anche in Italia ne ha aperta una, forse la più importante di tutte, sulle Dolomiti del Brenta, al Tonale, frutto di un progetto voluto e pianificato intitolato A Girl For all Seasons – Una donna per tutte le stagioni, realizzato non senza difficoltà nel 2018 grazie al crowdfunding, con il collega Gianni Trepin e l’aiuto della stessa regista.  

In Climbing Iran, tra riprese spettacolari realizzate anche con i droni e una bellissima fotografia, Nasim racconta tutta la sua passione per l’arrampicata: in 30 giorni di Visto in Europa, ha compiuto 27 arrampicate spostandosi di paese in paese di notte, dormendo in treno, e tornando a casa, ovviamente, distrutta. Una delle ragioni di questo suo amore per la montagna è la gravità perché, dice, non fa distinzione tra uomo, donna, bianco o nero, ti tira giù e basta, e questo “senso di uguaglianza” la fa star bene. Il suo non è uno scalare ma un “danzare con la roccia”, ed è questo che oggi insegna all’aperto a Teheran a ragazze e ragazzi, per infondere in loro un senso di sicurezza, di uguaglianza e di fiducia l’uno nell’altro. Non rinnega il suo paese Nasim, anzi: “è stato l’Iran a farmi la donna che sono” dice. Climbing Iran ci mostra come si può avere e mantenere il rispetto verso il proprio paese senza rinunciare alle proprie passioni, mantenendo quell’equilibrio perfetto, quanto precario, tra tradizione e libertà. Una rivoluzione lenta ma efficace, grazie allo sport. La nostra videointervista a Francesca Borghetti: