Chiara Lubich con Cristiana Capotondi e Aurora Ruffino, videoincontro

di Patrizia Simonetti

A volte c’è bisogno di vedere con i nostri occhi la povertà e la disperazione che ci circondano. E a volte le tragedie possono essere quella lente di ingrandimento che ci permette di guardare, e non soltanto di vedere, o quel megafono che ci aiuta a sentire e ad ascoltare anche la più flebile richiesta di aiuto. Poi, una volta che ci siamo resi conto, c’è chi si si volta dall’altra parte e chi invece va incontro a chi ha più bisogno di noi.

Cento anni fa a Trento nasceva Silvia Lubich, che poi cambierà il suo nome in Chiara Lubich ispirandosi a Santa Chiara d’Assisi che assieme a San Francesco aveva fatto voto di povertà per dedicarsi esclusivamente agli altri. Chiara Lubich conosce la guerra: è il 1943, ci sono i bombardamenti, lei che fa la maestra deve portare i bambini nei rifugi sotterranei quando suona l’allarme antiaereo, e lì incontra persone impaurite, disperate, e una volta fuori cammina tra le macerie della sua città, tra persone che non hanno più casa, tra famiglie decimate, tra i feriti nell’ospedale dove lavora suo fratello Gino che fa il medico, e che poi diventerà un valoroso partigiano. Ed è così che capisce che la sua vita può avere un altro senso, prendere un’altra direzione. Nel film a lei dedicato e intitolato semplicemente Chiara Lubich L’amore vince tutto in onda su Rai 1 domenica 3 gennaio, prodotto dalla Eliseo Multimedia di Luca Barbareschi e diretto da Giacomo Campiotti, dove la vediamo interpretata da Cristiana Capotondi, Chiara è una ragazza dolce e rispettosa, ma forte e decisa nel vivere la sua vita che non prevede matrimonio e figli come la maggior parte delle sue coetanee, ma piuttosto l’applicazione di ciò che recita il Vangelo riguardo soprattutto a un monito: che tutti siano uno. Con le sue amiche Natalia (Valentina Ghelfi), Ines (Aurora Ruffino), Giosy (Miriam Cappa), Dori (Sofia Panizzi) e Graziella (la Greta Ferro di Made in Italy), forma un gruppo di volontarie che anche dopo la guerra restano dedite soltanto ad occuparsi degli altri e a realizzare la fratellanza universale, tra persone, cioè, di ogni razza, sesso e credo religioso, gruppo completamente laico (anche se alcune di loro si sono consacrate a Dio con il voto di castità), autonomo e indipendente, e, soprattutto, primo movimento guidato da una donna. Non poteva non “disturbare” Madre Chiesa…   

Chiara Lubich è stata la fondatrice del Movimento dei Focolari, un “nuovo popolo nato dal Vangelo” come lo definì lei stessa, per un rinnovamento spirituale e sociale, che dopo tanto penare fu approvato nel 1962, ma con il nome ufficiale di Opera di Maria, diffuso in più 180 paesi con oltre due milioni di aderenti fedeli ad un unico messaggio: unità, per la costruzione di un mondo che rispetti e valorizzi le diversità, operando con il dialogo. Al Movimento aderiscono pertanto cristiani, ma anche appartenenti ad altre religioni e pure non credenti, persone che fanno voto di castità ma anche uomini e donne sposati che vogiono dedicare parte del loro tempo agli altri. Il film racconta tutto questo senza mielismo, mettendo in luce il coraggio di una manciata di ragazze dell’epoca, realmente esistite, disposte a contrastare la famiglia pur di seguire il proprio obiettivo, osando ad andare a vivere tutte insieme, con i sospetti e lo scandalo inevitabili del tempo e le malelingue che scambiano la parola amore per qualcos’altro, con la Chiesa che le ostacola con i suoi dogmi perchè “il Vangelo non va letto senza un prete” e “una donna non può predicare”. E lo fa restando abbastanza fedele alla storia vera, pur senza privarsi di qualche libertà, legittima peraltro in ogni opera artistica e così nel cinema e nella TV, come quella di dare a Ines un padre che è un gerarca fascista (Roberto Citran) che, nonostante tutto, alla fine verrà perdonato dal partigiano che aveva fatto arrestare e torturare, cosa invece che a quanto pare corrisponde alla realtà, il noto Gino Lubich, fratello di Chiara, che tuttavia sopravvisse diventando poi giornalista, interpretato da Eugenio Franceschini. Nel cast anche Paolo Graziosi, Andrea Tidona, Maurizio Fanin, Stefano Fregni, Stefano Guerrieri, Federico Vanni, Olivia Manescalchi, Lele Vannoli. 

Abbiamo scelto di raccontare i primi momenti della sua opera, la scoperta della sua vocazione proprio in mezzo alle miserie della guerra, le prime scelte difficili, l’incontro con le amiche, l’emozione di condividere gli stessi ideali – spiega Giacomo Campiottivedere quanto le persone fossero pronte a seguirli e la conseguente opposizione  della Chiesa, fino alla richiesta  del Vaticano di farsi da parte. Con Cristiana Capotondi abbiamo lavorato verso la semplicità contro i rischi della retorica, raccontando Chiara che non pontifica mai, ma condivide con gli altri la gioia delle sue scoperte. Una giovane donna allegra, profonda ma leggera, concreta e umile. Ed è stata una bellissima esperienza di condivisione profonda. Studiando insieme agli altri sceneggiatori la vita di Chiara e il suo pensiero, via via mi sono reso conto di quanto fosse un personaggio originale, unico, incredibilmente ‘avanti’. Quanto avesse ancora da dire, e quanto il suo essere leader carismatico donna rendesse ancora più significativo il raccontare la sua vita oggi…. Poi è arrivato il Covid… e ho pensato che la luce di Chiara fosse proprio necessaria e che forse questo film arriverà nelle case nel momento giusto“.

Chiara Lubich, con un’incredibile forza di volontà e con la bontà, riesce a fare qualcosa che era impossibile a quei tempi, ad imporsi con un’ autorevolezza unica, da donna, giovane e borghese, in un mondo maschile e chiuso nel dolore della guerra” dice la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati. “Ho avuto la fortuna di conoscere Chiara Lubich perché sono cresciuto insieme ad Agnese, una delle sue nipoti – aggiunge il direttore di Rai 1 Stefano Coletta –  il film di Giacomo Campiotti condensa la sua storia senza retorica. Era una donna pratica, e aveva due date che la portavano a non scordare mai la parte emotiva della sua vita: quella del Natale e il giorno di San Luigi, nome di entrambi i genitori“. Ecco il nostro videoincontro di oggi con Cristiana Capotondi, Aurora Ruffino, Roberto Citran, Luca Barbareschi, Giacomo Campiotti:

 

 

 

 

 

 

 

Ph Federica di Benedetto e Marco Bellucci