Che fare quando il mondo è in fiamme? A Venezia 75 la questione razziale americana vista da Roberto Minervini

di Patrizia Simonetti

Il titolo proviene da uno spiritual di un paio di secoli fa e ciò che mi interessava era la risposta a questo canto, scapperemo dal Signore.. quindi il fuggire come unica soluzione alle fiamme, al vivere un vero inferno per i neri d’America” Così Roberto Minervini in conferenza stampa a Venezia 75, come vedete dal video a fine articolo, dove ha portato in concorso What You Gonna Do When the World’s on Fire? – Che fare quando il mondo è in fiamme?, secondo film italiano in corsa per il Leone d’oro, che punta lo sguardo dritto in faccia ai tanti giovani afroamericani brutalmente uccisi per mano della polizia nell’estate del 2017 e di come la comunità nera del Sud americano affronta gli effetti persistenti del passato cercando di sopravvivere in un Paese che non è dalla parte della sua gente.

C’è Judy che fa di tutto per mantenere la sua famiglia allargata mentre gestisce un bar minacciato dalla gentrificazione. Ci sono i fratelli Ronaldo e Titus che crescono senza il padre che è in prigione. C’è Kevin, Big Chief della tradizione indiana del Mardi Gras, che con il canto e il cucito lotta per mantenere vivo il patrimonio culturale della sua gente. E ci sono le Black Panthers, il gruppo rivoluzionario che indaga sul linciaggio di due ragazzi nel Mississippi e organizza una protesta contro la brutalità della polizia. Un tema duro quello di Che fare quando il mondo è in fiamme? che in un “cambio di rotta” in corso d’opera ha preso il posto di quello iniziale, la musica, perché era sulla musica che il regista avrebbe voluto fare un film:

La musica era l’ultimo baluardo inespugnabile dell’eredità culturale dei neri d’America – dice Minervini –  bagaglio culturale che venne poi espropriato grazie alle registrazioni fatte dal governo americano negli anni Trenta, quindi andavo alla ricerca delle radici della cultura africana americana, volevo raccontare una storia musicale, poi le cose sono cambiate, c’è stata un’inversione di rotta verso storie presenti che raccontano tutte le storie dei neri d’America piuttosto che andare  a cercare nel passato…

Ed ecco il video di Roberto Minervini in conferenza stampa a Venezia 75: