Cetto c’è senzadubbiamente, videointervista a Antonio Albanese

di Patrizia Simonetti

Da politico qualunquista e opportunista a monarca assoluto il passo è breve. Cetto Laqualunque è tornato e non poteva che farlo alla grande… Cetto c’è senzadubbiamente riporta per la terza volta sul grande schermo il personaggio più cinico, sboccato e inquietante di Antonio Albanese, il primo a definirlo “una maschera nera, un mostro ma che fa ridere”. Il film scritto dallo stesso Albanese con Piero Guerrera e diretto da Giulio Manfredonia, arriva in sala  il 21 novembre con Vision Distribution a raccontare nuove impareggiabili imprese di Cetto, ex sindaco di Marina di Sopra, che a quanto pare ha vissuto gli ultimi anni in Germania cavandosela naturalmente alla grande, convivendo con una bellissima donna tedesca (Caterina Shulha) con genitori neonazisti, mettendo al mondo una figlia che piange continuamente e aprendo ristoranti e pizzerie… Un imprenditore di successo insomma, che preferisce vivere all’estero definendo la Germania terra di conquiste e accantonando la politica. Perché dunque tornare a casa se non per un grave motivo familiare? La sua amata zia pare sia in fin di vita così Cetto fa rientro in Calabria dove proprio la zia, anche senza morire, gli rivelerà un segreto che gli cambierà la vita: suo padre era un Borbone e lui è quindi un principe che può ambire seriamente a diventare re, ovvero Cetto Primo Buffo delle due Calabrie. “Abbiamo cercato di sorprendere con un’idea diversa – ci racconta Antonio Albanese nella nostra videointervista – qualcosa che si era quasi dimenticato come la monarchia, talmente folle come idea che mi fa ridere!”. 

Sono passati nove anni dall’esordio cinematografico di Cetto La Qualunque in Qualunquemente e sette dalla sua ultima apparizione in Tutto tutto, niente niente e tante cose sono cambiate – racconta il regista – non era facile trovare la strada per questo clamoroso ritorno, ma Antonio Albanese e Piero Guerrera sono soliti stupirci con la loro invidiabile capacità di cogliere gli umori del paese, di saperli leggere ed interpretare assai meglio di tanti sociologi, e cosi quando ho letto il copione di Cetto c’è ho avuto subito l’impressione che contenesse qualcosa di davvero nuovo e sorprendente sull’Italia di oggi, e mi è tornata in un attimo la voglia di riprendere a raccontare le vicende del nostro Cetto. Gli spunti su cui lavorare erano davvero tanti, e come al solito la fotografia del paese era limpida, le sorprese infinite, lo stile sempre preciso, il divertimento assicurato. Bisognava solo girarlo. Ed è stato davvero un piacere”.

Un film divertito e divertente, scorretto al punto giusto e più che mai specchio dei tempi: la politica va oltre, tra nostalgici e sovranisti tutto potrebbe essere possibile, a volte la realtà, come si dice spesso, supera la fantasia. Ma facciamo che stavolta sia un’eccezione. Nel cast Lorenza Indovina, Nicola Rignanese, Gianfelice Imparato, Davide Giordano. E c’è pure Guè Pegueno che rappa con Albanese… La nostra videointervista: