Vedi un volo di libellule su un lago in piena guerra nella campagna lombarda del 1944 e ti ritrovi grande a danzare proprio come quelle libellule. Sembra che andò proprio così per Carla Fracci, icona del balletto italiano, acclamata sui più importanti palcoscenici del mondo, scomparsa il 27 maggio scorso senza riuscire a vedere Carla, il film liberamente ispirato all’autobiografia Passo dopo passo La mia storia dedicato alla sua vita e alla sua carriera, che arriva al cinema per tre giorni da lunedì 8 a mercoledì 10 novembre, e poi a dicembre su Rai1. Ad interpretarla è Alessandra Mastronardi che nel corso dell’incontro stampa di presentazione ha raccontato commossa il suo incontro con lei e di come la stessa Carla Fracci aveva frequentato quel set in veste di consulente della stessa opera a lei dedicata.
Diretto da Emanuele Imbucci, Carla è il primo film mai realizzato sulla straordinaria vita della più grande ballerina italiana di tutti i tempi, a rendere omaggio alla sua grande professionalità e al suo talento, ma anche e soprattutto alla donna che era, sempre avanti, all’avanguardia, coraggiosa nelle sue scelte, anche in quella di affrontare una gravidanza al culmine della carriera, con i lgrande amore della sua vita che era Beppe Menegatti, qui interpretato da Stefano Rossi Giordani.
Ed è anche la prima volta che il Teatro alla Scala di Milano si fa set per una fiction. Girato tra Roma, Orvieto e, come detto, Milano, il film comincia con Carla bambina nell’immediato dopoguerra e la segue, poi adolescente e giovane donna, nella Milano degli anni Cinquanta e Sessanta. Istinto, passione e sfida, fino alla consacrazione internazionale sui palcoscenici più importanti del mondo.
Nel cast Léo Dussollier e Paola Lavini che interpretano Nureyev e la Callas, Euridice Axen che è l’insegnante di danza Esmee Bulnès, Valentina Romani, Maurizio Donadoni, Maria Amelia Monti, Elena Cotta, Lorenzo Lavia, Alan Cappelli Goetz, la piccola Elisa Proietti che dà vita alla Carla bambina, e Claudia Coli che interpreta la Signorina De Calboli, un’insegnante di danza alla vecchia maniera che nel 1955 sostituisce per un breve periodo la S.ra Esmée Bulnes. Per lei, che proviene da una famiglia aristocratica, è inconcepibile che la figlia di un tranviere venga ammessa nel corpo di ballo della Scala e sarà anche difficile accettare che sia proprio Carla ad essere scelta da Luchino Visconti come la protagonista, per il passo d’Addio delle Allieve, nello Spettro della Rosa. “Per me Carla Fracci è stata un punto di riferimento – ha rivelato Claudia Coli – mi ricordo ancora quando da bambina andavo a vederla a teatro. L’ultima volta che l’ho vista danzare è stata nel 1999 in Chéri di Roland Petit alla Scala… Lei è simbolo del talento, ma anche della tenacia: è l’esempio di come non ci debba arrendere mai e di come il successo di debba guadagnare con il duro lavoro. Carla ha sempre rappresentato la fierezza e la dignità che hanno le persone nate in ceti modesti e provenendo anch’io da una famiglia semplice mi ritrovo in lei“. Ecco il nostro videoincontro con Alessandra Mastronardi, Emanuele Imbucci, Léo Dussollier, Euridice Axen: