Bolle di Malto: la birra artigianale, l’inclusione, l’incontro. Siamo stati all’anteprima romana con Gambero Rosso (Gallery)

di Patrizia Simonetti

Un pasto da re per William Shakespeare, un’amante continua per Charles Bukowski. Tante le dichiarazioni d’amore dal mondo della letteratura e dell’arte per la birra, bevanda antica, alcolica, frizzante, aromatica, conviviale, allegra, nata dall’unione tra malto e luppolo. Celebrarla è sempre un piacere, soprattutto se fa da collante per ritrovarsi, per creare inclusione, accoglienza, dare spazio agli incontri, alle storie, al lavoro e alle persone, che è la filosofia e lo scopo di Bolle di Malto, il più importante evento italiano dedicato alla birra artigianale che si terrà a Biella dal 25 agosto al primo settembre. Ed è dunque con grande piacere che siamo stati all’anteprima della sua decima edizione, una gradevole serata nello spazio aperto della Gambero Rosso Academy di Roma che ha visto protagoniste birre artigianali di tutta Italia accuratamente selezionate, con gustosissime creazioni food gourmet in abbinamento ad opera dello Chef Resident del Gambero Rosso, Marco Brioschi.

Bolle di Malto è nata dieci anni fa con un’idea semplice e rivoluzionaria: rimettere al centro l’essere umano – racconta Raffaele Abbattista, co-fondatore del festival e volontario dell’associazione – Non è nata per fare spettacolo, ma per fare comunità. Per farci ritrovare. Per restituire spazio all’incontro, alla parola, al racconto. Abbiamo scelto la birra artigianale come filo conduttore, ma ciò che celebriamo è la dignità dell’artigiano, la sua storia, le mani che producono, la passione di un territorio. Bolle di Malto è un evento che nasce dalla filantropia dell’inclusione: uno spazio aperto a tutti, in cui ogni persona ha valore, ogni diversità è ricchezza, ogni fragilità può diventare forza. Da dieci anni, senza mai chiedere un biglietto d’ingresso. Con i nostri primi 10 anni non celebriamo solo un anniversario: lanciamo una visione. Mettiamo il seme per la creazione del Salone Italiano della Birra, un nuovo format che parla di formazione, impresa e umanità, con un obiettivo chiaro: promuovere l’inclusione lavorativa senza ostacoli e senza pregiudizi. Perché il futuro si costruisce così: mettendo l’essere umano, finalmente, di nuovo al centro”.

Tra le birre che abbiamo gustato – tutte buonissime – la Ale Rossa di Sera del Birrificio Un Terzo di Pralungo, nel biellese, mediamente alcolica, dal colore intenso e gusto fruttato sull’amaro;  la bianca Bere Nice fruttata e agrumata, meno di 5 gradi, del Birrificio East Side di Latina, del quale non ci siamo fatti scappare l’Old Ale Private Stock, una vera bomba di gusto, alcolica a livello impegnativo (9°), e ce lo senti tutto il vincotto di fichi, ingrediente che la rende unica e affascinante.

Tra l’offerta food di Bolle di Malto, da vegetariana ho amato gli arancini al pistacchio dell’angolo dedicato allo street food siciliano dove ce n’erano anche al ragù e al pesce spada e la cartocciata catanese; e ancor di più il cavolo nero con cipolla caramellata e menta preparato da Chef Brioschi esclusivamente per me (giuro). Ma da quanto riferitomi, come sempre ottimo anche tutto il resto, dalle alette di pollo farcite al curry con Pico de Galo e crema d’avocado allo Xian Bing di agnello e melanzane con latte di cocco e lime, dall’Onigirazu spicy tonno, con anguria, salsa teriyaki e sesamo alla pasta mista aglio olio e peperoncino, con ragù di molluschi e pesto di mandorle. Per non parlare dei dolci: dal cannolo siciliano riempito sul momento, a dolcetti di madorle, ciocciolato e pistacchio.

L’evento, come dicevamo, è stata una sorta di prequel della  grande festa del decennale di Bolle di Malto che per una settimana trasformerà la città di Biella in un grande palcoscenico a cielo aperto dove ogni luogo ha una vocazione, una storia da raccontare, un’esperienza da vivere.  Quest’anno il festival segna inoltre un passaggio epocale con il debutto del Salone Italiano della Birra, un nuovo format che animerà Piazza Duomo nelle mattinate del 28, 29 e 30 agosto, uno spazio di dialogo e confronto tra birrifici artigianali, ITS Academy agroalimentari, turistici e HO.RE.CA., istituzioni, realtà territoriali e pubblico con talk, momenti di networking, degustazioni, masterclass e percorsi multisensoriali sviluppati in collaborazione con l’Agenda della Disabilità. Un’occasione unica per rafforzare il legame tra il mondo produttivo e la formazione, favorire nuove sinergie e costruire le basi per il futuro del settore.

Tra i contenuti di rilievo del Salone Italiano della Birra, il convegno Salumi da Re curato da Gambero Rosso e condotto da Mara Nocilla, accompagnato da un seminario sull’abbinamento birra/salumi. A firmare la food court sarà infatti proprio Gambero Rosso, con una selezione dei migliori food truck e aziende norcine italiane, a testimonianza del valore sempre più gastronomico e culturale della birra di qualità. A rafforzare l’impegno per un approccio sempre più inclusivo, l’Agenda della Disabilità propone 5 percorsi ludici multisensoriali, che attraverso il gioco e le sue declinazioni, favoriscono l’accessibilità e la partecipazione attiva di persone con disabilità. “Confermiamo il nostro impegno per la cultura della birra di qualità – afferma il Direttore Responsabile del Gambero Rosso Lorenzo Ruggeri – sono questi i contesti ideali per fare comparto e contribuire tutti insieme alla promozione e alla valorizzazione delle produzioni virtuose del nostro paese”.

Il cuore della riflessione sul comparto sarà Arena Bolle, che ospiterà la quarta edizione degli Stati Generali della Birra – con il patrocinio di MIMIT e MASAF – e Parole a Bolle, un nuovo format narrativo ideato per raccontare l’impresa attraverso le persone. A guidare il dialogo sarà Filippo Poletti, giornalista, scrittore e Top Voice LinkedIn, in conversazione con protagonisti del food italiano come Alfredo Moratti (Amica Chips), Carlo Preve (Riso Gallo) e Lara Ponti (Ponti). All’interno della cornice di Arena Bolle non mancheranno i momenti di comicità con il fenomeno torinese dell’anno Davide D’Urso, il 29 agosto alle ore 18 con il suo spettacolo Sabaudo, e di intrattenimento e convivialità nella consueta Piazza Martiri della Libertà, che dal 28 agosto al primo settembre dalle 18 ospiterà l’anima più popolare e festosa di Bolle di Malto: protagonisti saranno infatti i birrifici artigianali selezionati tra le eccellenze italiane, con oltre 300 stili di birra da degustare e raccontare. Accanto a loro, una food court rinnovata e una proposta gastronomica locale valorizzata da UNPLI Piemonte e dalle Pro Loco.

La musica accompagnerà le serate con concerti a ingresso gratuito sul palco centrale di Piazza Martiri: Planet Funk, Stazioni Lunari (con Nada, Ginevra Di Marco, Cristiano Godano – Frontman Marlene Kuntz, Drigo – Chitarrista Negrita e Piero Pelù), Daniele Incicco con La Rua, e tanti artisti del format Generation Bolle che daranno voce a una cultura musicale giovane e inclusiva come Giulia Mei, Chiamamifaro e Tigri da Soggiorno. Spazio anche al BDM Sour Jazz, con tre concerti di Jazz gratuiti in programma a Palazzo Ferrero dal 28 al 30 agosto. Il programma sarà completato da BOLLE OFF (25–27 agosto) e BOLLE OUT (28–31 agosto), con eventi diffusi sul territorio tra degustazioni in quota, meditazioni, trekking urbani, yoga e pedalate tra i birrifici, attività ideate per conoscere il territorio biellese.

Bolle di Malto è un atto creativo di coraggio collettivo – sottolinea Marta Florio co-fondatrice – È il sogno di un territorio che ha scelto di parlare con la forza della bellezza, dell’identità e dell’umanità che lo abita. Quando l’abbiamo immaginato, dieci anni fa, sognavo un evento per la mia città, di cui si potesse parlare in tutta Italia. Biella merita di essere raccontata per ciò che è: un territorio straordinario. Con Bolle di Malto abbiamo acceso una luce su tutto questo. Abbiamo voluto creare un’esperienza capace di unire la leggerezza alla profondità, l’incontro al racconto, la musica alla riflessione, il gusto alla conoscenza.

Un evento che facesse respirare la bellezza autentica del nostro Piemonte, che aprisse le porte a chi viene da fuori, ma che fosse anche un’occasione per chi vive qui di riconoscersi, di sentirsi parte, di apprezzare il nostro amato biellese. In questi dieci anni l’evento è diventato molto più di un festival: è una comunità temporanea e accogliente, dove si può ancora parlare, ascoltare, scoprire. Dove la cultura non si mette in vetrina, ma si vive insieme. Dove il turismo gentile non consuma, ma crea legami. Un festival che unisce turismo, musica, artigianato, gusto, formazione, cultura. E da qui vogliamo ripartire, con un messaggio chiaro: il futuro non è altrove. Il futuro è nei luoghi che sanno custodire le proprie radici e trasformarle in possibilità per tutti. Il futuro è Biella”.