Non fidatevi dell’etichetta che recita Bianco di Babbudoiu: il vino è rosso. Del resto sappiamo tutti quanto poco corrispondano le etichette in senso lato a ciò che dovrebbero definire. Ma bando alla filosofia e alle divagazioni, qui il mistero è semplice: qualcuno ha appiccicato sulla bottiglia l’etichetta sbagliata. E quel qualcuno è… lo scoprirete solo vivendo, o meglio, solo vedendo Bianco di Babbudoiu, in sala da oggi, giovedì 17 marzo, prodotto da 3Zero2 con Firenze Produzioni e Babbudoiu Corporation, distribuito da Lucky Red e diretto da Igor Biddau, il film che segna l’esordio vero sul grande schermo di Pino e gli Anticorpi, ovvero i fratelli sardi Michele e Stefano Manca e Roberto Fara, sardo pure lui, che l’anno scorso se n’era andato ma è tornato a riformare il trio proprio per questo film. Così dopo tanto Colorado in Tv, tanto teatro, una partecipazione al film di Paolo Ruffini Fuga di Cervelli e un’ospitata a Sanremo 2016 che sorprendentemente ha segnato il picco di share della terza serata festivaliera, eccoli al grande salto da protagonisti e pure da co-sceneggiatori. Nel film però, dove incontriamo anche Caterina Murino, Marco ‘Baz’ Bazzoni, Dario Cassini, Valeria Graci e pure Benito Urgu, i due fratelli non fanno i fratelli, piuttosto i cognati, ma è facile identificarli perché per non confonderci le idee hanno mantenuto i loro veri nomi.
Cosa accade in Bianco di Babbudoiu è presto detto: i fratelli Michele e Roberto Mannu (Michele Manca e Roberto Fara, appunto) sono i titolari di un’azienda vinicola fondata a Sassari dal padre nel lontano 1948 che anche per questo si chiama Tenute Babbudoiu, e la gestiscono assieme al cognato Stefano Fais (Stefano Manca), che è il marito della loro sorella Giusy (Caterina Murino, sarda anche lei) che di conti e bilanci se ne infischia intenta com’è a far finta di parlare tante lingue agli incontri promozionali con i clienti. L’azienda è diventata una moderna e importante realtà industriale del settore che va a gonfie vele nonostante loro spendano e spandano fregandosene altamente della crisi, finché il direttore della banca (Dario Cassini), che gestisce anche una seconda attività di usuraio – “del resto molto simile alla prima” dice Cassini – non presenta loro il conto: un debito di 500mila Euro da coprire in 15 giorni. La loro abilità imprenditoriale sembra improvvisamente svanire e le varie soluzioni che tenteranno si riveleranno tutte dei clamorosi flop, ma alla fine a salvarli sarà proprio il vino del babbo, ovvero il Bianco di Babbudoiu, che però, come detto, è rosso. Ecco la nostra videointervista a regista e cast ovvero a Pino e Gli Anticorpi e a Igor Biddau: