Bad Timing: la mostra di Théo Mercier a Villa Medici con le auto piovute dal cielo

di Patrizia Simonetti

Auto che piovono dal cielo, sedie bombardate da meteoriti, statue antiche fatte a pezzi che sfidano la tecnologia. Si intitola Bad Timing la spettacolare mostra personale di Théo Mercier, artista e collezionista parigino, inaugurata ieri negli spazi chiusi e all’aperto di Villa Medici a Roma, sede dell’Accademia di Francia dove Mercier è stato borsista tra il 2013 e il 2014.

Così, a dieci anni dall’esperienza che ha segnato la sua svolta artistica, torna in quello stesso luogo a lasciare prepotentemente la sua impronta nelle sale e nelle diverse aree del grande giardino, dove peraltro ci si può facilmente imbattere in una colorata e pacifica famiglia di pavoni. Noi l’abbiamo visitata in anteprima con la guida dello stesso Mercier e ne siamo rimasti sorpresi e affascinati.

Il clou, la parte più spettacolare e al tempo stesso inquietante, è quella che vede sparse nel giardino del piazzale di Villa Medici, automobili schiantatesi al suolo da chissà quale altezza, l’una con il muso schiacciato sul terreno, l’altra completamente capovolta come una tartaruga, tutte in un equilibrio apparentemente instabile, pronte a finire la loro caduta, e invece no, restano immobili nella loro posizione precaria, ma assolutamente ferma.

Nel portico troviamo invece delle strane sedie in bronzo di varie fattezze e dimensioni, prese di mira da pietra che, abbattendosi su di esse, le hanno deformate e schiacciate. Gli oggetti si scambiamo le loro consistenze, il morbido con il duro, il movimento con l’immobilità.

All’interno, forse ancora più inquietante della pioggia di macchine nel giardino, nell’antica cisterna della struttura, buia, fredda e umida, semi immersi in una grande pozzanghera bassa, l’un su l’altro, vecchie lavatrici e  frigoriferi con gli sportelli semiaperti da cui fuoriesce la loro luce familiare, ma nulla è rassicurante in questo scenario cupo e distopico, sul quale spicca la statua antica e marmorea di un giovane adagiato sull’unico frigorifero chiuso, steso in orizzontale, che si specchia nell’acqua.

Così nelle altre sale espositive, altre sculture padroneggiano la scena sovrastando vecchi residui industriali, ad essi assicurate con legacci attorno alle caviglie. Altri busti e teste marmoree sono invece legate con corde, con un certo sadismo dall’artista, tramite diverse techiche shibari, l’antica arte giapponese un tempo tecnica di schiavitù, oggi pratica sessuale. Bianco su bianco, l’arte manuale, l’artigianato, la creazione creativa e insieme la produzione industriale, il passato e il futuro.

Il caos, quello contemporaneo, è il concetto principe espresso da Théo Mercier con  Bad Timing. Un tempo cattivo, disordinato, contraddittorio. Come gli accostamenti dell’artista in nome di una conquistata libertà formale, con cui smonta le costruzini della storia per poi rimescolarne i pezzi e ricongiungerli in modo armonioso. Un tempo fatto di attimi, che basta perderne uno che il tutto si confonde. L’evento inatteso, l’imprevisto, e il destino vira altrove, confondendoci e perdendoci. Così è accaduto al nostro mondo: si è perso, ha smarrito la direzione, e tutto si mescola, antico e moderno, passato e presente, ognuno con la proria forza prevaricatrice sull’altro. E allora anche gli oggetti preda dell’uomo si divincolano, si liberano, e precipitano al suolo come macchine e come pietre. Eppure non è la fine, ma solo l’inizio di un nuovo mondo.

Bad Timing apre al pubblico oggi, sabato 10 giugno, dandovi un ulteriore speciale appuntamento per il 9 e 10 settembre con una performance intitolata Necrotempo nel corso della quale lo scenario espositivo prenderà vita grazie allo stesso Théo Mercier e giovani artisti della scena sperimentale e musicale come Marta Capaccioli, Ha Kyoon, Théo Mercier, Céline Peychet, Laura Vazquez, Rebeka Warrior. La performance avrà il sostegno di Hermès e sarà in collaborazione con lo Short Theater 2023 di Roma dove poi, il 16 e il 17 settembre, Mercier presenterà il suo spettacolo Radio Vinci Park con François Chaignaud.