Babylon Sisters, quando le donne abbattono le barriere

di Patrizia Simonetti

Hai voglia a parlare di integrazione e contaminazione culturale. Metti cinque donne di origini geografiche e culturali così lontane e differenti in una sola palazzina con le loro famiglie, e vedi come alla prima difficoltà si uniscono e fanno fronte unico contro il nemico, perché, come dire, l’unione fa la forza ma le donne la fanno meglio. E potrebbero persino chiamarsi come un gruppo di supereroine tutto al femminile o una women rock band, che so, le Babylon Sisters, ad esempio, e qualcuno potrebbe anche farci un film… Lo ha fatto Gigi Roccati, documentarista torinese, il suo film è proprio Babylon Sisters e dopo tanti festival arriva finalmente in sala domani, giovedì 28 settembre, con Lo Scrittoio. Ispirato al romanzo Amiche per la Pelle della scrittrice indiana Laila Wadia (E/O Edizioni) che vive in Italia dall’86, del libro si porta sicuramente dietro una certa simpatia particolare nei confronti della protagonista connazionale dell’autrice. Ma cominciamo dall’inizio.

Siamo a Trieste, in Via Ungaretti, quartiere un po’ degradato della città giuliana, soprattutto al civico 52 dove c’è una palazzina bianca fatiscente, “una casa puzzolente che sembra un calzino bucato in attesa di una bacchetta magica” dice Kamla Kumar (Amber Dutta, nota anche in Italia perchè finalista di Italian’s Got Talent 2017), 12 anni, che si è appena trasferita da Milano con la bellissima mamma Shanti (Nav Ghotra), inizialmente timida ed esageratamente pudica, ma sotto sotto una bravissima e sensuale ballerina da far invidia a qualunque star di Bollywood, e il papà Ashok (Rahul Dutta, vero papà della piccola attrice la cui mamma è italiana), e “di tutti i bambini del palazzo io sono l’unica femmina” aggiunge. Ci sono altri bambini perché ci sono altre famiglie, tutte straniere, e quindi altre donne: la turca Lule (l’attrice/cantautrice Yasemin Sannino), cantante nostalgica che all’inizio se la tira un po’, la croata Marinka (Nives Ivanković), forte e decisa anche se veste malissimo e cucina peggio, la cinese Bocciolo di Rosa (Xia Yinghong) che ha così tanta fiducia nel marito da chiamarlo “riso margherita”. Sono loro a mettersi insieme, Shanti compresa, e a far muro contro lo sfratto esecutivo del figlio del padrone di casa defunto, ma soprattutto a crescere e ad inventarsi qualcosa di buono, reiventando se stesse. Perchè come le abbattono le donne le barriere, siano di luogo, di religione, di lingua e cultura, non le abbatte nessuno. E infatti a sostenerle c’è un’altra donna, Laura, che è Lucia Mascino, la responsabile della Casa delle Culture “che aiuta gli stranieri” dice Marinka, con i ragazzi del centro sociale che interpretano loro stessi, così come sono proprio loro le donne del quartiere di Ponziana, il quartiere periferico di Trieste dove Babylon Sisters è stato girato, e sono proprio loro pure gli anziani dell’associazione Rena Trieste Vecia cui è tanto legato il professor Leone, un vecchio e scorbutico gattaro interpretato da Renato Carpentieri, che vive in quella stessa palazzina, che chiama tutti gli stranieri negri ed è convinto che i cinesi mangino le sue creature non trovando più, giorno dopo giorno, né Paganini né Mozart, i suoi mici preferiti, lamentandosi in continuazione che da quelle parti ci sono “sempre meno gatti e sempre più negri”. Colonna sonora originale di Peppe Voltarelli, Premio Tenco 2016 come Miglior Interprete per il disco Voltarelli canta Profazio, che ha pure arrangiato due canzoni inedite scritte per il film da Yasemin Sannino (Lule), e insieme a Paolo Baglioni ha composto Mama Shanti, il leitmotiv delle danze del film cantato in hindi dalla stessa Shanti, ovvero da Nav Ghotra

Babylon Sisters è una storia migrante e quotidiana – spiega Gigi Roccati raccontata con sguardo che dal realismo muove al pop, per restituire con anima musicale, i drammi e le gioie di un’umanità colorata che coesiste in precaria armonia. Il film prende il titolo dalla sorellanza di un gruppo di donne che si uniscono nella lotta per la casa e finiscono per aprire una scuola di ballo, diventando una rock band di quartiere”. Peccato solo che il film finisca prima…

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