Alla Salute il brindisi alla vita di Brunella Filì con Nicola Difino trionfa al Biografilm Festival

di Patrizia Simonetti

Vince la resilienza, vince la positività, vince la vita, e forse non poteva essere altrimenti, al Biografilm Festival 2018 di Bologna che ieri sera, mercoledì 20 giugno, ha doppiamente premiato Alla Salute, il docufilm di Brunella Filì che racconta del food performer pugliese Nick Nicola Difino e della sua avventura con il cancro, portandosi a casa il LifeTales Award Italia – Premio della giuria come il “più travolgente racconto autobiografico del Festival” e anche il riconoscimento del pubblico. Alla Salute, che già nel titolo è un brindisi alla vita stessa conquistata e riconquistata con tutta la forza possibile, non è un documentario sul dolore o sulla disperazione che certo a tratti, dimenandosi, squarciano qua e là la scena, bensì un racconto fedele, sincero e vero su come, quando ti arriva la notizia che un linfoma ha iniziato a divorarti il corpo, mente e cuore si schierino in sua difesa e ne facciano una sorta di personaggio perdente di un film dove a vincere è quella ricerca della felicità che, sembra incredibile, puoi trovare anche nella malattia.

Nicola Difino, che firma il soggetto assieme ad Antonella Gaeta e alla stessa regista, ha voluto filmarsi sin dall’inizio, dalle prime visite, dall’intervento di preparazione alla chemioterapia, dalle prime sedute della stessa, tra risate, battute, lacrime, riprendendo se stesso e le varie persone incontrate lungo tutto il viaggio della malattia, trasformandole in personaggi del suo personalissimo film, mettendosi a nudo, a volte anche quasi fisicamente, lasciando trasparire e poi esplodere rabbia e gioia, quest’ultima decisamente inaspettata. Per scoprire che la malattia può anche rivelarsi un’occasione di crescita e di cambiamento, facendoci apprezzare di più la vita e provando dunque a nascere di nuovo.

Ad accompagnare Nicola Difino in questa avventura alcuni suoi amici più cari, anche loro volti noti, ma non con lacrime e abbracci e frasi fatte, ma nell’unico modo in cui potevano e avrebbero dovuto farlo: cucinando e preparando i suoi piatti preferiti del momento. Ecco allora Roy Paci alle prese con il panzerotto, Paola Maugeri con un piatto vegano a base di riso, Don Pasta con una parmigiana di melanzane alla salentina, Simone Salvini e Diego Rossi: cucinano e parlano di Nicola, della sua malattia, del piatto, della vita, non senza commuoversi e interrompersi a tratti, ma senza retoriche e, soprattutto, senza di lui che è da qualche altra parte a cercare di farcela, protagonisti di video messaggi d’amore e di cucina, che per Nick sono poi la stessa cosa. E poi anche il suo medico, Attilio Guarini, e il suo infermiere, Nicola pure lui, che con allegria e ironia, tiene la videocamera quando lui non può.

Alla Salute deve il suo successo al modo diverso e nuovamente autobiografico di trattare e portare sul grande schermo con onestà e leggerezza un tema pesante e crudo come il cancro, alla forza di volontà, autoironia e coraggio di Nicola Difino e alla capacità di Brunella Filì, alla sua opera seconda dopo Emergency Exit premiato in tutto il mondo, di cucire come in un patchwork pezzi di vita e di racconto che si sviluppano sui due binari paralleli, quelli della biografia e degli omaggi, a rendere “il racconto inaspettato – spiega Brunella Filìe capace di capovolgere e rileggere la contemporanea passione per il cibo e la sua preparazione, qui in funzione biografica, rievocativa, a tratti filosofica. Un’idea che ho amato subito – racconta ancora la regista barese – immaginando queste ‘confessioni‘ come un momento introspettivo e profondo, che aggiungesse anche informazioni narrative per lo spettatore, aiutandolo a ricostruire dall’esterno il viaggio di Nicola: sono testimoni che ne elaborano l’esperienza attraverso personali meditazioni sul tema, in un dialogo in cui tutti possiamo identificarci”. Poi sulle origini del progetto aggiunge: “ricordo bene la telefonata che mi fece tre anni fa, i brividi lungo la schiena: ‘Brunella, sto combattendo un cancro’, mi confessò, ‘voglio filmarlo e raccontarlo, e tu devi aiutarmi’. Rimasi senza parole, fu una tempesta anche per me, che riportava alla luce cose private, che non volevo ricordare. E inoltre: come potevo accendere una telecamera su quello che stava attraversando, senza sapere come sarebbe andata a finire? Non sarei mai riuscita a farlo. Dopo aver metabolizzato gli dissi ‘comunque, sono con te’. E lo incoraggiai a registrare le sue giornate. Intervistandolo durante il percorso, fragile ma sorridente, indebolito ma centrato, comprendevo con lui che fare quel film poteva in qualche modo dare coraggio anche ad altri, essere ‘utile’ a chi viveva la stessa storia e forse anche a chi malato non era, ai ‘sani’. Ricordo di come, coinvolta in quel lungo percorso verso una Felicità da (ri)trovare, nonostante e grazie anche alla paura di morire, ho potuto andare in profondità, interpretare e ampliare quel che lui aveva registrato, con sguardi e idee, attraverso gli strumenti del Cinema. E infine, ricordo come, mostrandogli per la prima volta il primo cut del film finito, mi ha abbracciato commosso. Come fosse guarito per la seconda volta. Ed io con lui

Dopo la presentazione in anteprima al Biografilm, Alla Salute, Prodotto da Officinema Doc della stessa Filì con Nightswim, continuerà il giro di proiezioni in Festival e Rassegne, con l’obiettivo di arrivare anche e soprattutto a chi sta affrontando lo stesso percorso del protagonista, per approdare, speriamo quanto prima, alla distribuzione in sala, televisione e on demand. Lo merita. E lo meritiamo tutti.