Alice nella Città, torna il cinema delle nuove generazioni immaginando il futuro

di Patrizia Simonetti

La voglia di ricominciare, di non fermarci, di non farlo vincere ‘sto Covid che ci ha rovinato la Primavera e che continua a condizionare le nostre vite e la nostra libertà, e che ci ha tolto il cinema, il teatro, il fiato. E allora forza che si va avanti, questo lo spirito, in sicurezza si intende, perché il bastardo mica se n’è andato. E siamo quindi felici di pensare che dal 15 al 25 ottobre saremo, come ogni anno, anche quest’anno alla Festa del Cinema di Roma e ad Alice nella Città, la rassegna cinematografica dedicata ai temi legati alle nuove generazioni, ma non solo, che corre in parallelo, e che, sbeffeggiando il virus ma senza ignorarlo, va avanti e si amplia e brilla ancora. La XVIII edizione di Alice nella Città, presentata oggi al Maxxi di Roma, con un manifesto assolutamente rappresentativo firmato Zuzu, offre un programma ricco e variegato di anteprime assolute, opere prime e conferme, tra lungometraggi, corti e documentari con una netta preferenza di cinema italiano. 12 film in concorso, 5 fuori concorso, 6 eventi speciali, 6 film nella nuova sezione Sintonie in collaborazione con Venezia 77, 4 serie, 3 restauri, 26 cortometraggi. Tanti i riconoscimenti: il Premio opera Camera D’oro Alice – MYmovies 2020 assegnato da Agostino Ferrente, Claudio Noce, Caterina Guzzanti, Eva Cools, Roberta Torre; Il Premio Raffaella Fioretta 2020 assegnato da Riccardo Milani, Dario Albertini, Valentina Lodovini; Il Premio Alice Corti assegnato da Fabio Mollo, Paola Minaccioni, Carlotta Natoli. Luoghi vecchi e nuovi, per spazi più ampi: dall’Auditorium Parco della Musica all’Auditorium della Nuvola di Fuksas che per la prima volta apre al cinema.

Abbiamo lavorato alla nuova edizione di Alice nella città sapendo che sarebbe stato un anno diverso dagli altri – hanno detto i direttori Gianluca Giannelli e Fabia Bettini in conferenza stampa – cambieranno i tempi, le forme, ma non lo slancio e le speranze che questa crisi terribile ha provato a isolare. Guardando meglio, ci siamo convinti che il bacillo più insidioso è quello che sta colpendo i ricordi. Per questo, ci siamo sottratti all’oblio del ricordo di quei giorni, preoccupandoci di riannodare i fili che ci hanno legato alle persone e alle idee nate durante i mesi d’isolamento forzato. Abbiamo provato a trasformare il contagio, in una nuova forma di conoscenza che ci permetta di sperimentare il morbo di questa nuova consapevolezza che speriamo ci accompagni verso una nuova cultura festivaliera, diffusa, che deve essere rigenerata, per ritrovare una direzione efficace e di senso. Quest’anno abbiamo immaginato un rovesciamento dei confini festivalieri, che va oltre la bollinatura dei film e alla ricerca ostinata dell’anteprima mondiale, a vantaggio di un cambiamento che vede nell’interdipendenza dei comportamenti, lo strumento ideale per superare questa crisi. I film di quest’anno sono collegati da innumerevoli fili che si legano e completano l’un l’altro: abbracciano generi e paesi d’origine diversi che spingono lo sguardo incontro al mondo; generano una relazione fortissima tra l’immaginario e la vita, sorretti da una forma di disperazione creativa che nasce in risposta ad una vita rattrappita, priva di speranze, che abbandona e che rende incapaci di vivere il presente e immaginare il futuro“.

Attendiamo quindi, in ordine e sezione sparsi, ad Alice nella Città, Trash, il cartoon tutto italiano di Luca della Grotta e Francesco Dafano ambientato nel mondo dei rifiuti, animati, si intende; Gagarine, opera prima di Fanny Liatard e Jérémy Trouilh, odissea di un astronauta urbano secondo un adolescente delle balie parigine; Calamity, storia animata firmata Rémy Chayé ispirata all’infanzia di Calamity Jane, l’avventuriera del selvaggio West; Il futuro siamo noi, di Gilles de Maistre (Mia e il leone bianco), documentario che racconta la storia di un gruppo di bambini che  combattono la violenza; Sul più bello tratto dal libro della giovanissima Eleonora Gaggero, che è anche nel film, a fianco di Ludovica Francesconi, al suo esordio al cinema; Wendy, la storia al femminile di Peter Pan; La storia di Olaf, cortometraggio dei Walt Disney Animation  Studios sul pupazzo di neve amante dell’estate di Frozen con la voce di Enrico Brignano; Happy Brithday con Achille Lauro; I Predatori di e con Pietro Castellitto; Stray di Elizabeth Lo che racconta il mondo visto dagli occhi di Zeytin, un cane randagio di Istanbul. E poi le serie, da Rita Levi Montalcini con Elena sofia Ricci a L’alligatore di Daniele Vicari ed Emanuele Scaringi con Matteo Martari. E molto altro ancora.