Alessandro Gassmann è la voce de Il Grinch: voglio tornare un Chissarà, videointervista

di Patrizia Simonetti

Non è facile doppiare questi cartoni perché sono storie scritte come se i personaggi fossero veri, quindi è come doppiare personaggi veri”. Parola di Alessandro Gassmann (in questi giorni su Rai 1 con I bastardi di Pizzofalcone) che dopo aver dato voce a Miguel ne La strada per Eldorado, al serpente de Il Piccolo Principe e soprattutto a Primo Gemito in Gatta Cenerentola, torna a prestarla all’ultima versione dell’antieroe natalizio per eccellenza: Il Grinch, che ripiomba nelle nostre sale il 29 novembre con Universal Pictures nel nuovo, ottavo film d’animazione della Illumitation (Cattivissimo me, Pets, Sing)). Sempre tratto da Quando il Grinch rubò il Natale, racconto in versi dello scrittore e disegnatore americano Theodor Geisel conosciuto ai più come Dr. Seuss che fu pubblicato  nel 1957 dall’allora Random House come testo di critica nei confronti dell’eccessiva commercializzazione del Natale, vede protagonista un essere verde, peloso e scontroso che il Natale lo odia profondamente, identificandolo nei cori smielati, negli alberi addobbati e nelle luci colorate e per questo decide di far scomparire tutto ciò rubando, appunto, il Natale ai suoi concittadini che si chiamano Chissaranno, visto che vivono nell’innevata cittadina di montagna Chissarà.  Il Grinch diretto da Scott Mosier e Yarrow Cheney, pur restando fedele al senso del racconto di Dr. Seuss, è però un po’ diverso, anche da quello del film di Ron Howard di ben 18 anni fa che già aveva “allargato” di suo la storia, e non solo perché è un cartone: è, o almeno ci sembra, meno cattivo, piuttosto simpaticamente guastafeste e di quel cinismo divertente cui il cinema ci ha ormai abituato; ha sì un passato da orfano solitario e triste – il che lo ha reso così asociale e perennemente arrabbiato – ma non c’è traccia della donna che lo ha fatto soffrire che invece incontriamo nel film del 2000; il sindaco della città non ha nulla contro di lui e soprattutto qui è una donna (e nella versione originale ha la voce della Signora in giallo Angela Lansbury); anche questo Grinch ha un cane di nome Max ma non lo tratta affatto male, anzi… e non maltratta nemmeno la ragazzina che lo redimerà, la piccola Cindy Lou Chi, che non ha un papà ma una mamma single con ben tre figli che lavora di notte per badare a loro di giorno. E il messaggio è forte e chiaro, oggi più che mai: “si parla soprattutto di inclusione e di diversi – ci dice Alessandro Gassmann nella nostra videointervista – il Grinch è un diverso perché è verde mentre gli altri sono tutti rosa,  ma basta una parola di gentilezza nei confronti di uno verde, chiuso, arrabbiato, che odia tutti, per farlo diventare esattamente come tutti gli altri: una bella creatura, il Grinch può essere bello, solo che se lo era dimenticato, e in questo film se lo ricorda”. Cattivi dunque non si nasce mai: “sono profondamente convinto che non esistono persone cattive, e se partiamo da questo principio ci regaliamo una vita più piacevole” ci dice ancora Alessandro Gassmann che poi su questa nuova esperienza di doppiaggio e su quanto di suo ha dato, oltre alla voce, al Grinch, che nella versione originale del film ha niente meno che quella di Benedict Cumberbatch, ci racconta: “spero di avergli dato divertimento, in italiano suona diverso, il Grinch italiano è forse leggermente più caldo della versione di Cumberbatch, anche se abbiamo una voce abbastanza simile”.  E se gli chiedi dove sono finiti oggi i Chissaranno, con la loro allegria, la loro solidarietà spontanea, la fiducia nell’altro e l’accoglienza del diverso, ti risponde: “i Chissaranno non sono più così presenti nella nostra società perché se lo sono dimenticato, anch’io sono un po’ meno Chissarà e un po’ più Grinch, invece voglio tornare ad essere un Chissarà”. La nostra videointervista ad Alessandro Gassmann: