Ainbo, il cartone ambientalista con le voci di Elio, Ciro Priello e Luciana Littizzetto (video)

di Patrizia Simonetti

Ainbo è una tredicenne audace e scaltra, forse di più della sua amica del cuore, la principessa Zumi, che in realtà è quasi una sorella perché Ainbo è stata cresciuta dalla mamma di Zumi visto che la sua, per un motivo che resta misterioso quasi fino alla fine, non c’è, anche se è come se vivesse in un  grande albero con il quale la nostra eroina parla e si confida. Ainbo vive a Candámo, nella giungla amazzonica, negli ultimi tempi colpita da una maledizione: i pesci nel mare muoiono e le persone si ammalano. Inoltre ci sono uomini bianchi che con le loro enormi e potenti macchine sono pronti a disboscare l’intera foresta pluviale per arricchirsi con l’oro, risorsa preziosa ma per lo più ignorata dai nativi. Arriva al cinema Ainbo, in sala da giovedì 18 novembre, film d’animazione diretto da Jose Zelada e Richard Claus e distribuito da BIM in collaborazione con Legambiente per celebrare la Festa dell’Albero e contribuire a piantare migliaia di nuovi alberi in Italia.

Dunque Ainbo è ben intenzionata a fermare tutto questo, è come una Greta indio armata di arco, frecce e grande determinazione. La sua è anche una storia di crescita personale: gettandosi anima e corpo in questa avventura a difesa dell’ambiente e della sua terra, allargherà i suoi orizzonti, comprenderà che esiste un mondo più grande di quello in cui ha sempre vissuto, consoliderà la fiducia in se stessa, si accollerà grandi responsabilità e rispetterà i grandi valori dell’amicizia e della lealtà, a tutti i costi. Impara anche a chiedere aiuto, e difatti nella sua impresa è sostenuta, a modo loro, da quelli che lei stessa elegge a spiriti guida, e cioà un armadillo di nome Dillo, e un tapiro di nome Piro, che nella versione italiana hanno le voci di Elio e di un sorprendete Ciro Priello (The Jackal). Ma la soluzione finale la offre ad Ainbo la grande tartaruga che sul suo guscio porta il mondo intero, lo spirito madre o Grande Madre, che invece parla, molto lentamente, con la voce di Luciana Littizzetto. In Ainbo l’avidità dell’uomo bianco che avanza senza scrupoli a distruggere ciò che non gli appartiene, si trasforma in un demone malvagio di nome Yacaruna che se ne impossessa. Forse sarebbe più facile rimettere a posto le cose anche nella realtà se fosse davvero così.

I personaggi che circondano Ainbo si basano sulla mitologia amazzonica – rivela Jose Zeladasono gli spiriti guida. La Grande Madre, per esempio, è un immenso spirito millenario che affonda le sue radici nella leggenda di Motelo Mama (‘motelo’ significa tartaruga) ed è la gigantesca madre tartaruga che trasporta una vasta parte della giunga sul suo carapace per portarla in un luogo diverso e nasconderla ai predatori. Piro e Dillo sono un tapiro e un armadillo che abbiamo trovato divertenti e utili per dare una nota leggera e umoristica al film: sono anche i compagni di avventura di Ainbo e i suoi spiriti guida. Lo Yacuruna è letteralmente un demone che controlla le menti dei nativi per approfittare di loro e rubare l’oro. Svolgono tutti un ruolo importante nella mitologia amazzonica. Ainbo è il risultato dell’intreccio di un’infinità di racconti magici e della enorme ammirazione per mia madre. E per molti aspetti la nostra protagonista assomiglia a mia madre: l’innocenza, la magia, la fantasia, l’essere figlia di immigrati europei, l’essere la ragazza nata nelle terre degli Shipibo, posseduta dallo spirito del giaguaro. Questa è Ainbo. Oggi l’Amazzonia corre un grave pericolo. Le pratiche illecite di estrazione dal suolo e di abbattimento degli alberi hanno portato alla sparizione di una vasta parte della foresta pluviale. Questo è il triste contesto della nostra storia. Il mondo di Ainbo è minacciato dalla crescita delle industrie nel suo territorio e sulle sue spalle grava il peso della responsabilità di salvare la sua casa e il mondo intero. Non c’è alcuna debolezza nella fragilità, né nell’avversità. Per far prevalere la giustizia, si può trovare la forza. Dovrai misurarti con i tuoi principi più volte di quante tu possa immaginare e arrivare persino a sacrificare l’amore per un bene più grande”.

Ainbo è stato un progetto artisticamente ambizioso – aggiunge Richard Clausl’aspetto visivo del film, compresi i personaggi, le creature e gli ambienti sono stati sviluppati meticolosamente dai nostri co-produttori peruviani. Lo storyboard con migliaia di tavole dimostrano l’attenzione al dettaglio prestata a ogni singola scena. È stato impegnativo trovare il modo per restare fedeli alle nostre intenzioni ambiziose considerando le nostre ristrette risorse finanziarie e le limitazioni temporali. È stata una lotta continua, ma il risultato, il film finito, dimostra che ce l’abbiamo fatta. Il momento più bello? Può sembrare sciocco, ma dopo aver lavorato per più di due anni su un film, è il momento in cui vedi le prime immagini apparire dal procedimento di lighting/rendering/compositing, nei colori perfetti, con tutti i dettagli e una ‘recitazione’ convincente dei personaggi“.

Ecco invece cosa raccontano sul film e sui personaggi doppiati Ciro Priello, Elio e Luciana Littizzetto: