La Rossa se n’è andata. Milva, al secolo Maria Ilva Biolcati, si è spenta questa mattina nella sua casa di Milano a 81 anni. Da tempo non stava bene e nel 2010 aveva dato il suo addio alle scene con una lettera pubblicata sul suo sito ufficiale e sui social. Era la Pantera di Goro, ma anche e soprattutto Milva la Rossa per il suo inconfondibile colore di capelli, e anche per la sua ideologia: convinta antifascista, amava interpretare i canti della Resistenza, Bella ciao in primis. Ironia della sorte ha voluto che se ne andasse proprio il giorno prima della Festa della Liberazione.
In mezzo secolo di carriera Milva è passata dalla musica pop a quella colta e viceversa, Brecht, Piazzolla, Vangelis, Battiato, Weill, Morricone, Boerio, tutto poteva con la sua voce e la sua sensibilità di artista a tutto tondo.E e così anche anche al cinema e sul palcoscenico, da Bramieri a Brecht, pure quello di Sanremo per quindici volte. Il suo successo l’ha seguita anche in Germania, in Francia, in Spagna, in Giappone, in Corea del Sud, Grecia, Sudamerica. Milva è la cantante italiana che ha pubblicato più dischi, ben 173 tra album in studio, live e raccolte, e ne ha venduti più di ottanta milioni. L’aggettivo brava non basta a definirla; versatile, neanche; grande, nemmeno. Milva era Milva. E non c’è più.
Un mese fa era stata vaccinata contro il Covid e sui social aveva lanciato l’appello: “Io mi vaccino perché tengo alla mia vita a e alla vita altrui, fatelo anche voi, abbiamo bisogno di tornare alla vita di prima, e di abbracciare i nostri cari. Tutti quanti insieme possiamo farcela a sconfiggere questo virus“.
Martedì la camera ardente nel foyer del Piccolo Teatro di Milano – dove a ventun’anni aveva stregato Giorgio Strehler – poi i funerali in forma strettamente privata.