Claudio Baglioni torna con La Vita è adesso e con l’ultimo tour: videointervista

di Patrizia Simonetti

La Vita è adesso compie i suoi primi quarant’anni e lo fa esattamente l’8 giugno. La Vita è adesso è l’album più venduto di sempre in Italia e per molti di coloro che nel 1985 avevano vent’anni, anche il più amato. Per celebrare la ricorrenza, Claudio Baglioni è tornato in studio, non in uno studio qualunque, ma al Forum Studios di Roma, e ha inciso nuovamente tutte le canzoni di quel disco, live, assieme ai 21 musicisti e cantanti dei cori, come in un concerto, ma con arrangiamenti tutti nuovi, e lo ha intitolato La Vita è adesso Il Sogno è sempre.

E pensare che, appena registrato, lo aveva definito “un disco orrendo” con troppe parole e senza ritornelli, insomma, altro che Strada facendo… poi invece… “Mi sono accorto che queste dieci canzoni, che non ho mai eseguito tutte insieme in un concerto, avevano fatto strada, ed erano maturate attraverso una serie di nuove soronità e arrangiamenti, per cui l’idea di tornare in studio di registrazione e suonarle e cantarle dal vivo, è stata quasi una conseguenza di questo cammino – ha raccontato Claudio Baglioni in una conferenza stampa, conclusasi poi con un brindisi, alla terrazza degli Aranci dell’Hotel Hilton di Roma – gli arrangiamenti nuovi non sono stati creati per l’occasione, sono arrivati nel tempo… L’abbiamo fatto pensando che potesse essere un album nuovo, anche se non è così, e l’abbiamo fatto come si faceva tanti anni fa, suonando tutti insieme nello stesso studio, contemporaneamente. La fortuna è stata poter lavorare con un album che aveva dentro tanti contrasti ed era molto variegato, con conteuti di testo plurali, in cui il tessuto del racconto è fatto a più voci”.

Poi il racconto e il ricordo proprio di quei tanti anni fa, quando immaginò e scrisse le storie di quelle canzoni guardando la vita degli altri dal tavolino di un bar, ma cominciando dall’alto, come facevano i film italiani in bianco e nero che iniziavano con una panoramica della città dove poi si sarebbero svolti i fatti con i vari personaggi: “è stato il modo di allontanarsi dalle cose per poterle vedere meglio – ricorda Claudio Baglioniquindi mi piazzai al Bar dello Zodiaco, intorno a me coppiette che si baciavano, ragazzi che si giuravano eterno amore, e io passavo un pomeriggio con un gelato doppia panna e cioccolato, e alla fine se avevo fatto un buon lavoro anche con un bicchiere di vino frizzante, e cercavo di scrivere”. Il primo titolo pensato per quel capolavoro del 1985 era infatti Il bar della Città, poi è stato cambiato in La vita è adesso che “in fondo – spiega – è quel momento con cui tutti quanti realmente suonano il momento  più importante di gloria che c’è alla fine di ogni tentativo di gioia e di vicenda umana, ma con un sottotitolo nascosto, Il Sogno è sempre, perché non c’è un attimo di vita degno di essere vissuto senza la possibilità di sognarlo”.

Prima di sentire le parole di Claudio Baglioni, avevo ascoltato in anteprima La Vita è adesso Il Sogno è sempre e, pur apprezzando il progetto, il mio primo pensiero è stato il seguente: io e molti altri di quella generazione abbiamo amato quel disco perché sì, amavamo Baglioni, ma soprattutto perché le canzoni di quell’album erano struggenti, ti inondavano di una malinconia dolce che ti commuoveva, ma non era triste, era forte. Era come se le storie, i sentimenti e i gesti di quelle persone raccontate in Un nuovo giorno o un giorno nuovo, di quei poveri diavoli in Uomini persi, della ragazzina di E adesso la pubblicità – la mia canzone di Baglioni preferita da sempre e per sempre – ti entrassero dentro, diventassero un po’ tue, lasciandoti un velo di nostalgia come se le conoscessi o ti ci immedesimassi, e l’emozione era grande.

Le canzoni di Baglioni, e quelle di quel disco, continuano a farmi quel medesimo effetto ancora oggi, per cui riascoltarle con i loro nuovi arrangiamenti, non in un concerto ma in un disco, inizialmente mi ha un po’ turbata: quei loro nuovi vestiti di musica hanno disturbato la mia emozione, impedendomi di chiudere gli occhi e di lasciarmi andare a quelle storie imparate ormai a memoria, ma che ad ogni ascolto smuovono in me, ancora oggi, qualcosa di nuovo. E mi dispiacerebbe un po’, ad esempio, che le nuove generazioni che magari non hanno mai sentito il disco originale, ascoltassero, per esempio, Uomini persi o la stessa title track soltanto in questa nuova versione, perdendosi quella sensazione lì… Ma non così per tutte. Ho infatti apprezzato molto, e ne amerò anche questa nuova versione, l’arrangiamento elegante e un po’ ambient di Tutto il calcio minuto per minuto, mi ha emozionato quello di grande atmosfera di Notte di note, note di notte con il suo magico xilofono e, per fortuna, potrò continuare a considerare E adesso la pubblicità ancora la mia canzone preferita grazie al suo abito sonoro suggestivo quanto l’originale, con tanto di finale jazz.

La Vita è adesso il Sogno è sempre

, con quelle canzoni più l’inedito Il sogno è sempre che non è più un sottotitolo sussurrato ma un pezzo importante, potente, sinfonico, suonato peraltro dall’Orchestra Italiana del Cinema e arricchito dal Coro Giuseppe Verdi, e molto personale, dove Baglioni si definisce uomo più di musica che di parole, è comunque un bellissimo disco. Edito da Sony Music Italia, è disponibile da oggi in doppio vinile in 4 formati – Doppio LP nero con booklet di 16 pagine, Doppio LP nero con booklet inserito nei cofanetti super (Edizioni Curci in edizione limitata di 1000 pezzi), Doppio LP bordeaux o verde con booklet di 16 pagine –  in CD con booklet di 20 pagine e in digitale in Dolby Atmos.

Nel cofanetto, anche il libro d’artista di Emiliano Ponzi che trasforma in immagini i testi di Baglioni, e una cartolina d’autore in cui il tratto dell’illustratore e artista visivo s’intreccia con la firma autografa del cantautore. Cover e booklet annientano il tempo come per magia, legando passato, presente e futuro con il concept e le foto scattate in studio durante le registrazioni dell’album: tutto opera del reporter, ritrattista, fotografo e art director di fama internazionale Toni Thorimbert, così come fu anche per La Vita è adesso del 1985.

E dal passato al futuro: dai ricordi degli esordi in quel quartere romano di Centocelle che era il suo, in gara canora vestito di rosa e celeste come aveva voluto la mamma, all’annuncio di quello che ha nuovamente definito il suo ultimo tour, forse. A celebrare il quarantennale de La Vita è adesso arriva infatti anche il Grand Tour di 40 date tra giugno e settembre 2026 prodotto e organizzato da Friends & Partners e Come s.r.l., che, come annunciato alla presenza del sindaco Filippo Mannino, avrà la sua anteprima il 27 settembre prossimo a Lampedusa: “è un posto a me molto caro dove soggiorno e spero di poter andare presto – ci ha confidato – a volte c’è il luogo elettivo dove si portano i propri sentimenti e la propria persona, e a me è successo su queste isole del sud”. Accompagnato sul palco dai 21 musicisti e coristi con i quali ha registrato l’album, lo interpreterà per la prima volta per intero, oltre a riproporre i suoi più grandi successi. Ecco la nostra videointervista a Claudio Baglioni e una sintesi della conferenza stampa: