1917 di Sam Mendes, due ragazzi nella Grande Guerra e verso gli Oscar

di Patrizia Simonetti

Butta due ragazzi come tanti del 1917 in una guerra cruda e violenta e nera come tutte le guerre e forse di più, falli sentire un nulla e un attimo dopo importanti come nessuno in grado, tra onore e onere, di salvare ben 1600 vite, ricattali subdolamente con gli affetti, rendili fragili e forti al tempo stesso, come non impazzire? Non lo fanno invece i giovani caporali Schofield e Blake, appartengono all’8° Battaglione e hanno il compito di passare per le trincee nemiche, forse abbandonate, forse no, e raggiungere il 2° battaglione per fermare un attacco che è una trappola. Tra le vite da salvare c’è anche quella del fratello di Blake: la missione diventa personale, la paura si fa amica, si attraversa l’inferno con un buco nel cuore e dove non arriva uno c’è l’altro, l’amicizia è forte, fraterna, assoluta, forse l’unico modo di sopravvivere.

1917 è il nuovo film di Sam Mendes (premio Oscar per American Beauty), un film di guerra, genere che chi scrive non ama particolarmente, ma qui c’è da giocarci il cuore. Due ore di adrenalina pura in cui non stacchi gli occhi dallo schermo, tifi per loro, ti intenerisci di fronte all’ingenuità e al coraggio, tra immagini devastanti e figure strazianti come la ragazza e la bambina, né madre né figlia, eppure strette in un abbraccio di sopravvivenza nel mezzo della guerra che ha invaso il paese. Lunghi piani sequenza girati senza alcuna interruzione, una fotografia pazzesca, giochi di luce e ombre che rendono vivo l’orrore, 1917 ti ci fa entrare dentro. 10 candidature all’Oscar per questo film strameritate, come miglior film, regista, sceneggiatura originale, scenografia, fotografia, appunto, colonna sonora, sonoro, e montaggio sonoro, trucco ed effetti speciali. “La prima volta che ho capito cos’è una guerra è stato quando mio nonno mi ha raccontato la sua esperienza della prima guerra mondiale – racconta Sam Mendes – ma questo film non esplora la storia di mio nonno bensì lo spirito che la permeava, gli eventi vissuti da quegli uomini, i loro sacrifici, cosa voleva dire credere in qualcosa che andava al di là di se stessi. I nostri personaggi principali intraprendono un viaggio irto di pericoli, inoltrandosi nel  territorio nemico per consegnare un messaggio di vitale importanza, destinato a salvare 1600 soldati, e la nostra macchina da presa non li perde mai di vista. Volevo percorrere ogni passo al fianco di questi ragazzi, sentire ogni loro respiro, ed è per questo che, insieme al direttore della fotografia Roger Deakins, ho realizzato 1917 come un’esperienza totalmente immersiva. Abbiamo concepito il film in modo tale da avvicinare il pubblico il più possibile alla vicenda dei protagonisti. È stato il lavoro più emozionante della mia carriera”.

La prima guerra mondiale durò quattro anni, dal 28 luglio 1914 all’11 novembre 1918, cambiò l’ordine mondiale e cambiò i tanti ragazzi come Blake e Schofield. Una Grande Guerra che avrebbe dovuto porre fine a tutte le guerre, e invece non passarono neanche vent’anni. Un film di guerra contro ogni guerra raccontato attraverso le persone. 1917 è in sala da giovedì 23 gennaio con George Mackay e Dean-Charles Chapman a dar vita a Blake e Schofield, e con Mark Syrong, Andrew Scott, Richard Madden, Colin Firth, Benedict Cumberbatch, Claire Duburcq.