Tom Hanks alla Festa del Cinema di Roma: il nostro videoracconto

di Patrizia Simonetti

Brillante, empatico, allegro, esilarante. Così si è offerto all’incontro odierno con la stampa Tom Hanks, il primo grande ospite della Festa del Cinema di Roma che ha aperto oggi i battenti e che all’attore, regista e produttore americano, vincitore di due Oscar consecutivi con Philadeplhia e Forrest Gump dedica una retrospettiva di 16 film da lui diretti o interpretati e al quale consegna il Premio alla Carriera con una cerimonia preceduta da un incontro con il pubblico. Salvate il soldato Ryan, Cast away, Il falò delle vanità, Apollo 13, Il miglio verde, Prova a prendermi, Il ponte delle spie, solo per citare alcuni dei suoi fim, e Mendes, Spielberg, Clint Eastwood, Ethan Coen solo per ricordare alcuni dei registi che l’hanno voluto protagonista dei loro lavori. E non è certo un caso che proprio oggi esca nelle nostre sale e domani negli Stati Uniti Inferno di Ron Howard in cui Tom Hanks interpreta per la terza volta il professor Robert Langdon dopo Il Codice da Vinci e Angeli e Demoni, tratti dalla saga di Dan Brown, ma di tutt’altro e di molto altro ha parlato oggi in conferenza stampa. C’eravamo anche noi ed ecco cosa abbiamo chiesto a Tom Hanks:

E a proposito di personaggi, perché mai così pochi cattivi nella sua lunga carriera?

Ma, come si diceva, Tom Hanks ha parlato di molto altro, di politica, ad esempio, in particolare della campagna elettorale americana e di Donald Trump affermando che “ogni quattro anni negli Stati Uniti arriva un circo che ci chiamerà a decidere chi sarà il nostro nuovo presidente, ma questa volta stiamo assistendo al festival della merda perché non abbiamo mai avuto un candidato così autoreferenziale e con idee davvero assurde”. Per poi concludere:

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