Propaganda Live su La7, videointervista a Diego Bianchi (Zoro)

di Patrizia Simonetti

C’era una volta Gazebo e adesso non c’è più. Le cose cambiano. E a volte finiscono. Però da domani in prima serata su La7 c’è Propaganda Live. Diego Bianchi, in arte Zoro, e tutta la sua banda formata in primis da Marco Dambrosio Makkox (qui la nostra videointervista a Makkox) addetto ai disegni ma con cui Zoro firma anche lo show, e Mirko Matteucci alias Missouri 4 (qui la nostra videointervista a Mirko Matteucci), che di professione fa il tassista, ma pure il piantonatore a Palazzo Chigi e all’occorrenza sondaggi e TG Belli, hanno preso armi (si fa per dire) e bagagli e hanno seguito l’altro coautore, Andrea Salerno, a La7 dove è stato chiamato a fare il direttore di rete. Anzi, è stato proprio il neo direttore di rete a chiamarli, del resto “per me sono come una coperta di Linus” confessa, ma nulla cambia. Anzi, a dire il vero, cambia tutto: intanto per Propaganda Live Diego Bianchi e compagnia hanno finalmente uno studio tutto loro, il Teatro 2 negli ex stabilimenti cinematografici De Paolis di Roma, per la precisione, che “è la novità più evidente al momento – ci dice Diego Bianchi nella nostra videointervista che trovate a fiine articolo – poi speriamo che se ne percepiscano anche altre”. Ad esempio il titolo del programma, Propaganda Live, sempre riferito a qualcosa di musicale degli anni Ottanta e sempre frutto della “ricerca di una parola che sintetizzasse un po’ i tempi.” ci dice ancora Zoro. Di pari passo muta il logo, sempre e rigorosamente firmato Makkox: stessi colori dell’altro, ma al posto del martello, sulla G a forma di falce c’è un megafono. E poi la prima serata, vuoi mettere? E il fatto che sia una sola a settimana, quindi niente striscia quotidiana, ed è più facile per Zoro seguire le storie di persona. E a lui questo piace.
Cosa resta dunque del passato? Certamente l’uso dei social “che sono i nostri campi di battaglia preferiti” sottolinea Diego Bianchi, e attenzione, come logica vuole, via da Twitter @welikechopin e benvenuto @welikeduel. E poi il fatto che “è inutile dire che noi faremo informazione che tanto non ci crede nessuno, noi faremo propaganda, naturalmente alle cose che ci piacciono”, e quindi satira, musica, disegni. Temi preferiti, l’Italia tra attualità e (quindi) immigrazione e adesso anche le polemiche sulle ONG che “è il grande tema” dice Zoro. Come lo Ius soli, e allora ecco le puntate su Scuola (per diventà) Bianchi o Italiani frequentata da migranti e stranieri dalle facce scure che “volete diventare bianchi, cioè italiani come noi – dice il maestro Diego – ma non capiamo perché...” ridacchiando con il preside Salerno e al bidello Makkox. Scuola (per diventà) Bianchi o Italiani inaugurerà la prima puntata di domani, così come l’ospitata di Roberto Saviano e un reportage su una nave, appunto, di una ONG a raccontare le polemiche scoppiate in estate. “Però Giusi Nicolini non ci sarà visto che il sindaco di Lampedusa adesso si chiama Martello” chiediamo a Zoro in conferenza stampa: “ci mancherà, sì, ma sta comunque facendo carriera nel PD ed è certo tra i politici quello che in passato ci è piaciuto di più, e con il nuovo sindaco ho già preso contatti per tornare sull’isola” ci risponde. E poi c’è la squadra tutta, che se è vincente non si cambia: oltre a Mirko Matteucci e Marco Dambrosio già citati, riecco pure Marco Damilano e Francesca Schianchi per gli spiegoni, l’inviato rasta Marco Di Fabio, il regista-accompagnatore Piefrancesco Citriniti, e la band di Roberto Angelini, Giovanni Di Cosimo, Fabio Rondanini, Gabriele Lazzarotti, Daniele Rossi e Daniele Tittarelli per la musica. Ed ecco la nostra videointervista a Diego Bianchi:

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