Le lettere di Giuseppe Verdi tornano a casa

di Patrizia Simonetti

Hai fatto molto male fratello mio dilettissimo a non venire a trovarmi che t’avrei ricevuto a zampe aperte, e con le fauci spalancate ed i miei quattro denti sulle tue lanose gote t’avrei mostrato tutta la mia canina tenerezza…” Così il 28 agosto 1865 Giuseppe Verdi scriveva da Sant’Agata, in provincia di Piacenza dove aveva acquistato una villa, a Opprandino Arrivabene fingendo scherzosamente – chi l’avrebbe mai detto? – che fosse il suo cane a rivolgersi al cane dell’amico. La lettera, divertente quanto sorprendente, non è che una piccola parte del ricco carteggio tra il maestro di Busseto e il nobile mantovano, composto di 82 missive per un totale di 223 pagine, che sarà presto acquistato da Casa Verdi, l’istituto di riposo per musicisti voluto a Milano dallo stesso Giuseppe Verdi, e questo grazie a un progetto di crowdfunding promosso dalla Fondazione Giuseppe Verdi presieduta dal Professor Roberto Ruozi e realizzato grazie a Smartika SpA, che ha superato in soli cinque mesi il record di 120mila Euro. Era infatti questo il prezzo stabilito dalla Casa d’Aste Bolaffi alla quale l’epistolario era stato affidato e che, rinunciando ai propri diritti sulle opere, ha permesso che restasse inferiore a quello di mercato. L’operazione riguarda l’intero epistolario che, sottoposto a procedura di vincolo da parte del Mibact, non può essere smembrato. “Potremmo così riportare questo interessante carteggio del Maestro Verdi nella sua Casa che egli definì ‘la mia opera più bella’  – commenta Ruozi – inoltre abbiamo mostrato un nuovo modo di generare finanziamenti per sostenere la cultura”. Le lettere di Giuseppe Verdi verranno infatti esposte presto al pubblico e saranno protagoniste di convegni così da incrementare la conoscenza del grande compositore, dal punto di vista pubblico e privato, sia in Italia che nel resto del mondo.

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