Lasciati andare, Toni Servillo e Veronica Echegui tra psicanalisi e palestra

di Patrizia Simonetti

Vi è mai venuto in mente che tra lo studio di uno psicanalista e una palestra non c’è poi così tanta differenza? E soprattutto avreste mai immaginato Toni Servillo in un ruolo quasi comico di una commedia a dir poco esilarante? C’è tutto questo e molto di più in Lasciati andare, il nuovo film di Francesco Amato che l’ha scritto con Francesco Bruni e Davide Lantieri e che, prodotto da Cattleya e Rai Cinema, arriva giovedì 13 aprile in 550 sale compresa quella del nuovo cinema provvisorio di Amatrice che si inaugura domani. Il titolo sembra proprio un’esortazione diretta al serioso attore campano, l’anno scorso sul grande schermo ne Le Confessioni di Roberto Andò, e tanto amato da Paolo Sorrentino per il quale è stato Andreotti ne Il Divo, Jep Gambardella ne La grande bellezza, e presto sarà Berlusconi nel suo prossimo film: “era da tempo che desideravo confrontarmi anche al cinema con un genere diverso che da un po’ pratico in teatro, perché fare una commedia a tutto tondo è un’occasione che un attore si dà, così ho messo in giro la voce e mi è arrivato questo copione che mi è piaciuto subito e l’ho fatto – ha raccontato oggi Toni Servillo alla presentazione di Lasciati andare Il film spiega un po’ l’adagio che a volte la vita è ciò che accade mentre ti stai occupando d’altro e lasciarsi andare vuol dire non affrontarla sempre con professionismo, ma un po’ da dilettanti, come avviene ai protagonisti del film. Siamo in un clima di totale eterodossia e spero che questo diverta anche gli analisti”.

In Lasciati andare Toni Servillo è infatti il pigro quanto abitudinario e taccagno Elia Venezia, psicanalista ebreo di una certa età, stanco più che altro di prendersi carico dei problemi degli altri che quindi si addormenta durante le sedute quando non si ingozza furtivamente di dolci e dolcetti, tanto che dopo un coccolone il medico gli impone dieta e palestra. Qui conosce una bella ragazza spagnola, una pazza scatenata che fa la personal trainer, una mina vagante in realtà, che gli riserverà non poche sorprese, belle e brutte, ma che certo gli farà perdere peso e lo rimetterà in forma proprio come lui dovrebbe fare con i suoi pazienti, rivelandosi peraltro, in certe occasioni, più analitica e intuitiva di lui: “io e te facciamo lo stesso mestiere, ri-stru-ttu-ria-mo, tu la testa e io il corpo” gli dice Claudia, interpretata da Veronica Echegui (Fortitude), che tra una corsa al parco e qualche flessione in studio con tanto di colpo della strega, lo metterà semplicemente davanti all’evidenza, e cioè che è ancora innamorato di sua moglie Giovanna (Carla Signoris), dalla quale si è separato tirando su un muro in casa così da abitare, in pratica, in due distinti appartamenti attigui, ma restandole legato a doppio filo e non solo per andare insieme all’opera il martedì sera o per farsi fare la lavatrice o per bussarsi reciprocamente sul muro la sera prima di addormentarsi.

“Ho provato a immaginare il mio dottore alle prese con lo spinning e la mia personal trainer sul lettino dello psicanalista – ha raccontato il regista e cosceneggiatore Francesco Amato – e un incontro speciale tra i due personaggi in cui le barriere intellettuali vengono abbattute da una reciproca curiosità e da un reale beneficio che l’uno produce verso l’altra”.Commedia fresca, divertente, a tratti esilarante dove non mancano bambine piromani, morti (quasi) ammazzati, calciatori gay, rapinatori balbuzienti dall’infanzia difficile, barbagianni osservatori, tesori nascosti e colpi di scena, e il tutto regge su un perfetto equilibrio folle quanto basta grazie a un cast perfetto su cui spicca un sempre grande Luca Marinelli, ultimamente in Il padre d’Italia e Slam, ma dove incontriamo con piacere anche Pietro Sermonti, Carlo De Ruggieri, Valentina Carnelutti, Giulio Beranek, Glen Blackhall e pure Giacomo, ma senza Aldo e Giovanni.