Over the garden wall: arriva la foresta dei misteri, la miniserie evento di Cartoon Network con la voce di Cristina d’Avena

di Patrizia Simonetti

È la prima miniserie animata prodotta dai Cartoon Network Studios di Burbank: si intitola Over The Garden Wall – Avventura nella foresta dei misteri ed è creata da Patrick McHale, già direttore artistico di Adventure Time, che l’ha tratta dal suo stesso cortometraggio intitolato Tome of the Unknown. Composta da 10 episodi raccolti in 5 puntate, arriva in esclusiva prima TV su Cartoon Network da mercoledì 1 aprile, ogni giorno alle 19.30, e la domenica di Pasqua si potrà rivedere tutta insieme prima del gran finale. Doppiata nella versione americana da star del cinema come Elijah Wood, Christopher Lloyd e Melanie Lynskey, in quella italiana i due piccoli protagonisti hanno entrambi la voce di Sio, fumettista e stella del web, mentre l’uccellino blu di nome Beatrice, vedi la Divina Commedia, ha quella di Cristina D’Avena.

Il tema non è nuovo: di bambini che si perdono nel bosco le favole sono piene, da Hansel e Gretel dei fratelli Grimm a Pollicino di Charles Perrault del quale, peraltro, c’è anche una citazione che vedremo più avanti, e non è l’unica. Boschi e bambini, ovvero un bosco e una bambina, anche in Cappuccetto Rosso di cui sembrano esserci versioni sia dei Grimm che di Perrault. Perché il bosco non è che la metafora del pericolo, delle paure, delle prove di coraggio e non solo, che bisogna affrontare per diventare grandi. E anche un po’ l’inconscio, cui bisogna dar retta ma poi va pure un po’ domato. E, in questo caso, aggiungiamo pure la selva oscura dantesca. La morale però si chiama speranza.

“Da qualche parte nelle nebbie della storia – recita all’inizio una voce – c’è un luogo misterioso chiamato l’Ignoto dove antiche storie dimenticate vengono svelate a coloro che viaggiano attraverso la foresta”. Come Wirt e Greg, ad esempio, che sono due fratellini, uno porta un cappello a cono, l’altro ha in testa una teiera sottosopra (quella del Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie?) e con sé porta una rana alla quale non sa che nome dare. Comincia a far buio nella foresta e i due si perdono. Wirt, il maggiore, non fa che ragionare e ragionare a voce alta, ipotesi su ipotesi e congetture su congetture, Greg invece dice quello che pensa senza filtri e anche in ciò che fa c’è solo puro istinto, il primo è un po’ pessimista e catastrofico, il secondo prende tutto come un gioco.

Quando scorgono un uomo col cappello che taglia la legna, Wirt domanda subito a Greg con voce tremolante: “è un folle con un’ascia che si nasconde nell’oscurità in attesa di vittime innocenti?”. Poi si girano perché “posso aiutarvi” chiede un uccellino blu su un ramo che si chiama Beatrice, l’uccellino non il ramo, ma non fanno neanche in tempo a stupirsi che “questa foresta non è un posto per bambini – grida l’uomo col cappello e l’ascia che li ha visti – non sapete che la bestia si aggira a caccia?” (Che da qualche parte ci sia anche la Bella?) “Siamo due poveri ragazzini persi nella foresta” si lamenta Wirt. “Benvenuti nell’ignoto allora – risponde quello – siete più persi di quanto crediate”.

La Bestia diventerà poi un normalissimo cane che ha ingoiato una tartaruga con il fiocco mentre il taglialegna si porterà Wirt e Greg nel suo mulino dove mostrerà loro che tipo di lavoro fa: sminuzza i rami degli alberi e li trasforma in olio per le torce perché da uomo d’affari qual è sa bene che “tutti hanno una torcia da tenere accesa”. Greg intanto esce a cercare la sua rana perduta e inciampa sulle caramelle che aveva lasciato come traccia (proprio come Pollicino) e poi… e poi basta, mica possiamo raccontarvi tutto noi.

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