Fury: Brad Pitt ancora a caccia di nazisti nel nuovo film di David Ayer

di Patrizia Simonetti

Come dimenticare quel “baciamo le mani” in perfetto stile Il padrino pronunciato da un Brad Pitt in stato di grazia nel film di Quentin Tarantino del 2009 intitolato Bastardi senza gloria e ambientato nella Francia del 1944? Allora era Aldo Raine, anche se tutti lo chiamavano Aldo l’Apache, ufficiale americano che in quell’esilarante scena si era finto siciliano, a capo di una squadra speciale, per così dire, di cacciatori di nazisti che quando li trovava gli incideva una svastica sulla fronte così che non avrebbero mai potuto mimetizzarsi alla fine della guerra.

Ora eccolo di nuovo Brad Pitt nei panni di un sergente americano ancora contro i nazisti ma nella Germania del 1945 in Fury, il nuovo film bellico di David Ayer da martedì 2 giugno in 400 sale, nel cast anche Shia LaBeouf, Logan Lerman, Michael Peña e Jon Bernthal. Certo qui non si ride e guerra e nazismo sono trattati nel modo più tradizionale e non certo con l’ironia tarantiniana. Anche qui però il personaggio di Pitt ha un soprannome: lui in realtà si chiama Don Collier, ma tutti lo conoscono come Wardaddy, e guida pure qua un gruppo scelto di cinque eroici soldati che, mentre gli alleati stanno sferrando l’attacco decisivo in Europa, devono portare a termine una missione mortale dietro le linee nemiche nel cuore della Germania nazista. Non hanno molte armi, ma sono tutti rinchiusi in un carro armato che si chiama Fury, tra loro anche una recluta giovane e inesperta: possono farcela solo con astuzia e tanto coraggio.

Siamo nell’aprile del 1945, il nostro ha già combattuto in Africa e in Normandia. Dapprima recluta il cannoniere Boyd, l’autista Trini Garcia e il caricatore Grady Travis, poi anche Norman Ellison che con la guerra ha davvero poco a che fare visto che era stato arruolato a tempo determinato, diciamo, come semplice dattilografo. Non si troverà quindi affatto bene con gli altri, che a loro volta non faranno assolutamente nulla per farlo sentire a suo agio, e tanto meno con la situazione, e neanche Collier andrà tanto per il sottile per farlo diventare un vero soldato. E a suo modo ci riuscirà. Norman diventerà per tutti un grande eroe, ma il prezzo che pagherà sarà molto alto.

 

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