Da ragazzina fa la controfigura come il papà, poi ha qualche ruolo minore in alcuni western italiani finché nella vita di Fiorella Mannoia la musica non prende il sopravvento e peraltro proprio tra pochi giorni, il 28 ottobre per l’esattezza, esce il suo nuovo album Combattente, stesso t
itolo del singolo che lo ha anticipato. Il cinema fa capolino nella sua vita ancora nel 2003 con Prima dammi un bacio di Ambrogio Lo Giudice, poi passano 13 anni e più nulla, finché non la chiama Michele Placido per il suo nuovo film 7 minuti che sarà in sala dal 3 novembre, presentato oggi nella selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma. Fiorella Mannoia torna infatti sul grande schermo e per la prima volta con un ruolo da coprotagonista, per questo lei e un po’ tutti lo considerano il suo effettivo debutto da attrice e non poco impegnativo. Il film racconta infatti una storia vera accaduta in Francia nel 2012 già portata a teatro da Stefano Massini che collabora con Placido alla sceneggiatura, quella di 11 operaie alle prese con una sorta di ricatto della nuova proprietà della fabbrica dove lavorano: manterranno il loro posto solo se disposte a rinunciare a 7 minuti della loro pausa pranzo, un’inezia per alcune di loro, per altre un precedente che le porterà in futuro a dover rinunciare a molto di più. Fiorella Mannoia è Ornella, che prima pensa di accettare la proposta poi, dopo molte discussioni, decide di tenere duro. Anche sua figlia lavora nella stessa fabbrica e sta per avere un bambino, ruolo che appartiene a Cristiana Capotondi, mentre le altre sono Ottavia Piccolo, che era anche nella versione teatrale, Violante Placido, Ambra Angiolini, Maria Nazionale, Clemence Poesy, Sabine Timoteo, Luisa Cattaneo, Erika D’Ambrosio, Balkissa Maiga, e la nuova titolare della fabbrica è Anne Consigny. All’inizio, quando è stata contattata via mail, pensava a uno scherzo, poi quando ha letto la sceneggiatura ha accettato al volo il suo ruolo e si è lasciata andare recitando “così come mi sentivo” dice. Ecco la nostra videointervista a Fiorella Mannoia: