Era d’estate, Popolizio e Fiorello sono Falcone e Borsellino all’Asinara. Videointervista

di Patrizia Simonetti

Era d’estate quando i carabinieri del carcere palermitano dell’Ucciardone intercettano una cartolina con una minaccia esplicita contro Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e le loro famiglie firmata Cosa Nostra, proprio a loro che stanno per dimostrarlo che Cosa Nostra esiste davvero e che stanno lavorando all’ordinanza per quello che sarà conosciuto per sempre e da tutti come il maxi processo. L’azione è immediata, i due giudici vengono prelevati all’improvviso dalle loro case, proprio mentre in quella di Borsellino si sta per festeggiare il compleanno della figlia adolescente Lucia: raggiante, la ragazza ha appena mostrato al padre con orgoglio il suo vestito nuovo per la festa e “non è un po’ troppo scollato?” chiede lui, poi sorride e “tanti auguri” le dice. Ma quel vestito Lucia non lo indosserà ed è un peccato perché le sta davvero bene. Del resto lì dove li stanno portando, lei, papà Paolo, mamma Agnese e pure suo fratello Manfredi e la sua sorellina Fiammetta, non le servirà, lì c’è solo il mare, niente altro. E poi non c’è tempo per fare le valigie.

Era d’estate è il titolo del film diretto da Fiorella Infascelli con Giuseppe Fiorello e Massimo Popolizio nei rispettivi ruoli di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, e con Claudia Potenza e Valeria Solarino (qui la nostra videointervista a Claudia Potenza e Valeria Solarino) in quelli di Agnese Borsellino e di Francesca Morvillo, in sala solo il 23 e il 24 maggio in occasione dell’anniversario della morte di Falcone, e poi lo aspetteremo in TV, che racconta una parte della vita dei due giudici eroi che il cinema non aveva mai raccontato, tra realtà e invenzione. Ci sono i Borsellino al completo quindi, e pure Falcone e la sua compagna Francesca che sposerà l’anno dopo, e anche la mamma di lei. Sono tutti lì, all’Asinara, l’isola sarda che in realtà è tutta un carcere a cielo aperto, a vivere insieme come in una comune, ma isolati da tutto il resto, non possono neanche telefonare. Il nervosismo dilaga dopo poco, Falcone soprattutto non sopporta di non poter lavorare che quelli mica gliele portano le carte dall’ufficio. E Lucia smette di mangiare che poi si sente male e la devono ricoverare a Palermo e papà Paolo va con lei contro ogni disposizione. E pure il piccolo Manfredi, proprio mentre Borsellino e Lucia sono in Sicilia, pensa bene di far prendere un colpo a mamma Agnese scomparendo per ore, ma era solo a fare un giro di esplorazione dell’isola e lo ritrova Falcone tra un gruppo di detenuti che distribuisce Nutella e racconta barzellette. È il 1985. Per ora sono salvi. Ma sette anni dopo a Falcone e Borsellino non li salverà nessuno. La nostra videointervista a Giuseppe Fiorello e Massimo Popolizio:

Leave a Comment