Belli di Papà: videointervista a Diego Abatantuono e ai suoi tre figli viziati costretti a lavorare

di Patrizia Simonetti

Ma cosa deve fare un padre vedovo, e quindi solo nell’arduo compito di tirare su tre figli, quando se li ritrova poco più che adolescenti a rischiare l’idiozia e l’inettitudine totale perché talmente abituati al lusso, alle comodità e al poter contare sempre su qualcun altro pronto a mantenerli, sostenerli e risolvere ogni loro problema senza per questo controllarli un minimo impegnato com’è nel suo lavoro di imprenditore che l’ha reso ricco e tale vuole restare? Parliamo di Vincenzo, che peraltro ha pure un brutto scheletro nell’armadio, interpretato sul grande schermo da Diego Abatantuono in Belli di papà di Guido Chiesa, versione italiana del messicano Nosostros Los Nobles di Gary Alazraki, in 400 sale da giovedì 29 ottobre distribuito da Medusa. A Vincenzo viene quindi una grande idea che riesce a mettere in pratica grazie alla complicità del suo braccio destro Giovanni, alias Antonio Catania, che costringerà i tre ragazzi a fare qualcosa che non si sarebbero mai immaginato di fare: lavorare. A rompere le uova nel paniere arriverà però Loris, fidanzato solo apparentemente idiota della figlia, personaggio che segna il debutto cinematografico di un bello di papà per eccellenza: Francesco Facchinetti (guarda la nostra videointervista a Francesco Facchinetti). Ma ci raccontano tutto loro, Vincenzo e i suoi tre figli Chiara, Matteo e Andrea, ovvero Diego Abatantuono, Matilde Gioli, Andrea Pisani e Francesco Di Raimondo nella nostra videointervista:

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