Altrove al Piccolo Eliseo di Roma, intervista a Massimo De Lorenzo

di Patrizia Simonetti

Come si potrebbe chiamare un posto che non lo è, un non luogo, una sorta di zona neutra di passaggio che non è qui e non è ora, ma comunque da qualche parte c’è e se la trovi e la attraversi magari cambi e puoi reinventarti una vita? Come se non Altrove? Arriva stasera, mercoledì 16 novembre, al Piccolo Eliseo di Roma Altrove, prodotto dalla Compagnia della Luna e scritto e diretto da Paola Ponti che “Altrove è per noi la possibilità di pensare un futuro altro da quello in cui ci troviamo” dice, in scena Massimo De Lorenzo, Constance Ponti e Mario Russo. Alla periferia di Roma, tra i bar e la strada, vive un ragazzo che non ha studiato ma che se la cava bene come spacciatore nonostante il padre padrone e le botte che prende: i sogni sono ormai un ricordo ma la sua passione per il flauto traverso, per quanto strana in un simile contesto, è vera e potente. Poi incontra una ragazza straniera che invece ai suoi sogni si attacca come fossero, e probabilmente sono, la sua unica ancora di salvezza. Il terzo personaggio è un uomo al giro di boa dei cinquanta, ormai disincantato e un po’ cinico, ad interpretarlo è Massimo De Lorenzo, reduce dall’ultima stagione di Squadra Antimafia e dal 24 novembre al cinema ne La cena di Natale di Marco Ponti, cui abbiamo rivolto qualche domanda sullo spettacolo.

Massimo, chi sei in Altrove e cosa rappresenti?

Io interpreto il personaggio di Danilo, un uomo di mezz’età, cinico e disincantato. Calabrese trapiantato a Roma, vive di spaccio e criminalità in una periferia capitolina. Danilo rappresenta la forza conservatrice, non c’è spazio ai sogni, la sua dura filosofia di vota è “dove cazzo devi andare, nasci in un posto, lì vivi e lì muori”.

E tu ci credi ancora ai sogni?

Certo che credo ai sogni, sono l’unica via per non essere schiacciati dalla cruda realtà della vita. A volte capita di dimenticare i sogni che abbiamo avuto, e questo è frustrante… toccherebbe andarli a recuperare ogni tanto.

E adesso ce l’hai un sogno?

Il mio sogno? Svegliarmi di questo incubo in cui la società, i popoli si chiudono sempre di più per paura e per interessi economici… ecco, il mio sogno è andare verso un mondo più aperto, solidale, che protegge le generazioni future. Un’utopia forse, più che un sogno.

E il tuo altrove dov’è?

Ho la fortuna di fare un lavoro che mi permette di avere continui “altrove”, essere altro, in un altro luogo… Stasera inizio un viaggio in un “altrove” nuovo. Speriamo ce ne siano sempre altri.

Altrove resterà in scena al Piccolo Eliseo di Roma fino al 27 novembre per poi girare l’Italia.

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